giovedì 24 dicembre 2009

Esame-compito per le vacanze

1. Le città d'oggi sono luoghi invivibili da cui si deve fuggire?


Rispondi a questa domanda con un testo di almeno 1500 caratteri (circa 230 parole). La tua risposta deve riflettere i tuoi sentimenti e giudizi sulla città, le tue speranze, i tuoi desideri. Argomenta, utilizzando il congiuntivo presente (es. Penso che la città sia..., credo che i cittadini debbano..., ecc.).


Qui sotto trovi una lista di brevi risposte che potrebbero esserti utili per riflettere e argomentare.

Invia il tuo testo alla mia mail (esserci003@gmail.com) entro e non oltre il 2 gennaio 2010.

PRO

1. Vivere in città è come stare in una grande prigione.
2. La campagna non ha l'inquinamento, il traffico e il rumore delle città.
3. In campagna si possono avere rapporti umani veri,
4. Nelle città regna un'atmosfera di violenza invivibile.
5. In città anche i vicini di casa possono provocare stress.
6. Pur vivendo in campagna, con telefono, fax e Internet non si è tagliati dal mondo.
7. La TV, la radio e le buone letture possono sostituire gli spettacoli della città.
8. In campagna il cibo è molto più sano. Si può coltivare il proprio orto, il frutteto ed allevare degli animali.
9. È preferibile la noia della provincia allo stress cittadino.
10. I bambini e gli animali domestici hanno più libertà in campagna.
11. In campagna ci sono valori autentici e non prevale l'egoismo.


CONTRO

1. La città offre opportunità di lavoro che non esistono altrove.
2. In campagna si corre il rischio, di "addormentarsi" culturalmente.
3. La città offre spettacoli culturali. Si possono fare incontri di ogni genere.
4. Nelle grandi città si trova la migliore assistenza sanitaria.
5. In città si trova ogni genere di negozi, biblioteche, uffici.
6. Nelle grandi città si può scomparire nell'anonimato.
7. Nelle città ci sono ancora angoli intatti storicamente dove vive il passato.
8. In città sì può vivere al "passo coi tempi".
9. In città si può andare a piedi a scuola e al lavoro, in campagna molto spesso si deve usare l'automobile.
10. Abitare in campagna e lavorare in città crea lo stress da pendolarismo.
11. Oggi le campagne sono così sviluppate che ormai hanno perso il loro aspetto bucolico.
12. La città apre la mente a varie forme di diversità.


2. Prepara una breve presentazione, di circa 5 minuti, dove argomenterai la problematica città/campagna oppure un altro soggetto di tuo interesse. Come per l'altro esercizio, sarà importante utilizzare il congiuntivo il più spesso possibile. Tutte le presentazioni saranno fatte il 4 gennaio 2010 davanti alla classe.

Lezione del 7 dicembre

Indicativo presente o congiuntivo presente ?


1. Siamo sicuri che il biglietto di andata e ritorno (essere) …..................... più conveniente.
2. Mi pare che Carla (esagerare) ….....................nel fare la dieta.
3. Stefano, mi auguro che (guarire) ….....................presto.
4. La mamma vuole che i figli (tenere) …..................... in ordine la loro camera.
5. Mio nonno ritiene che i giovani d'oggi (essere) …..................... tutti maleducati.
6. Credo che quel libro (essere) …..................... molto avvincente.
7. Mi piace che (interessarsi, voi) …..................... alla politica.
8. Vedo che (interessarsi, tu) …..................... molto alla meccanica.
9. C'è uno sciopero : domani i giornali non (uscire) …..................... .
10. Se volete arrivare in tempo, è meglio che (prendere) …..................... un tassì.
11. Quest'anno, Luigi rimane a casa : ha paura che un viaggio all'estero gli (costare) …..................... troppo.
12. Bisogna che (andare, io) …..................... a casa.
13. Mi piace che tutto (essere) …..................... in ordine.
14. Credo che domani i giornali non (uscire) …..................... .
15. Aspetto che Franco (tornare) …..................... dal lavoro.


L'imperativo con i pronomi

Metti i verbi tra parentesi all'imperativo
1. (scusarmi, Lei) …..................................!
2. Quella storia, (raccontarmela, tu) ….................................. un'altra volta.
3. Buongiorno, signora, (dirmi) ….................................. .
4. Quella lettera è urgente: (spedirmela, Lei) ….................................. al più presto.
5. Che bel tempo ! (Alzarsi, tu) ….................................. .
6. Non (ascoltarlo, tu) ….................................. : dice sole bugie!
7. Se ha notizie, (telefonarmi, Lei) ….................................. .
8. Signora, (accomodarsi) …..................................
9. (Sbrigarsi, tu) ….................................. !
10. Quella lettera è urgente: (spedirmela, tu) ….................................. al più presto.
11. Ragazzi, siamo già in ritardo: (andarsene, noi) …..................................
12. (farmi, Lei) ….................................. il conto, per favore.
13. Non conosco il Suo indirizzo: (darmelo) ….................................. !
14. Abbiamo ricevuto un regalo da Carlo: (ringraziarlo, noi) ….................................. .
15. Non (credergli, Lei) ….................................. .



Pappardelle alle triglie

Ingredienti per 4 persone
250 g pappardelle all’uovo, 400 g filetti di triglia surgelati, 12 pomodorini pugliesi, un ciuffo di basilico, 2 cucchiai di pastis,
uno spicchio di aglio, olio d’oliva, sale, pepe
Preparazione
Rosolate l’aglio in una padella antiaderente con 3 cucchiai di olio, poi eliminatelo. Scongelate i filetti di triglia e metteteli nella
padella. Cuoceteli a fuoco vivo per 8 minuti, rigirateli a metà cottura. Togliete i filetti di pesce dalla padella e teneteli in caldo.
Mondate i pomodorini, lavateli, tagliateli a metà, metteteli nella stessa padella e fateli saltare a fuoco vivo per un minuto
circa. Quindi salateli, aggiungete il pastis e dopo un minuto spegnete il fuoco.
Lessate la pasta al dente in acqua bollente salata. Scolatela, unitevi 20 g di burro e i pomodorini con il loro fondo di cottura e
i filetti di pesce.
Insaporite con una macinata di pepe, mescolate e servite subito.


Esercizio

Leggi la ricetta, trasforma gli imperativi alla seconda persona singolare (Parlate! --> Parla!)
Poi, trasforma gli imperativi all'imperativo di cortesia (Parlate! --> (Lei) Parli)
1. …..............................................
2. …..............................................
3. …..............................................
4. …..............................................
5. …..............................................
6. …..............................................
7. …..............................................
8. …..............................................
9. …..............................................
10. …..............................................
11. …..............................................
12. …..............................................
13. …..............................................
14. …..............................................
15. …..............................................
16. …..............................................
17. …..............................................
18. …..............................................
19. …..............................................
20. …..............................................
21. …..............................................


Esercizio

Attribuisci alla città ed alla campagna le qualità che trovi qui sotto.

Città                                                                         Campagna



Piccolo, inquinato, interessante, veloce, a buon mercato, rilassante, variegato, sano, confortevole, noioso, sicuro, isolato,
pericoloso, grande, silenzioso, stressante, lento, caotico

L'imperativo

Imperativo
• Le forme dell'imperativo in senso stretto sono quelle alla seconda persona singolare e plurale e (almeno in italiano) alla
prima persona plurale: tu, noi, voi. Il più delle volte, esse coincidono con quelle del presente indicativo (esempi: esci, vai,
prendi; usciamo; andiamo, prendiamo; uscite, andate, prendete). La maggiore eccezione riguarda le forme regolari della
coniugazione in -are: infatti, la seconda persona singolare ha la desinenza -a al posto di i (mangia, ricorda, dimentica): si
tratta di una diretta eredità dalla lingua latina.
• Sulla base di queste caratteristiche morfologiche dell'imperativo, si ricaveranno tutte le forme regolari e molte di quelle
irregolari. Per cantare, si avranno così le forme: canta, cantiamo, cantate. Per il verbo prendere, si avrà prendi, prendiamo, prendete;
per il verbo sentire, le forme sono senti, sentiamo, sentite. Per pulire: pulisci, puliamo, pulite.
• Le forme irregolari della seconda persona singolare dei verbi in -are, sono dai, fai, stai, vai, come al presente indicativo.
Vengono spesso abbreviate: da', fa', sta', va'. Per il verbo dire, si ha di' (secondariamente è attestabile anche la forma dì).
• Le forme di essere ed avere sono molto irregolari (sii, siamo, siate; abbi, abbiamo, abbiate). Per sapere, si ha sappi, sappiate.
• I pronomi clitici vengono posposti: cantaci qualcosa; facciamola finita. Per l'imperativo di cortesia, essendo il congiuntivo, i
pronomi sono preposti. Le forme abbreviate dei verbi dare, stare, fare andare e dire alla forma in tu prevedono in questo
caso il rinforzamento della consonante iniziale dei pronomi (tranne gli) secondo i meccanismi del raddoppiamento
fonosintattico: dimmi tutto; stammi a sentire; datti da fare!; facci un tè; anzi, fanne due; falla finita; dillo a Roberto; vattene.
• L'imperativo della forma in tu, combinato con la negazione, si forma usando l'infinito: non fumare, non bere, non partire!

giovedì 3 dicembre 2009

La comparazione

Comparazione tra due nomi o pronomi
Laura è più gentile..............Saverio. (comparativo di maggioranza)
Lui studia più di te.
Parma è..............grande di Roma. (comparativo di minoranza)
lo ho mangiato meno di te.
Noi siamo (tanto) bravi quanto loro. (comparativo di uguaglianza)
Ferrara è (così) piccola come Perugia.

La proposizione comparativa
La proposizione subordinata comparativa contiene un confronto con ciò che si dice nella principale oppure stabilisce
con essa un rapporto di analogia o di diversità:
• di maggioranza, introdotta dalle forme correlative più... che, più... di quello che, più... di quanto, meglio che,
meglio di quanto;
– Sei arrivato più tardi di quanto temevo/temessi.
– Preferisco nuotare al mare che camminare in montagna.
– In spiaggia, più che abbronzarmi, nuoto.
– Leggo più spesso di quanto si pensi/di quello che si creda.
– Bere molti caffè è meglio che ubriacarsi tutte le sere!

• di uguaglianza, introdotta dalle forme correlative così... come, tanto... quanto, tanto... come;
– Ti amo tanto quanto tu ami me.

• di minoranza, introdotta dalle forme correlative meno... di come (di quanto, di quello che), meno... che, peggio di
come (di quanto, di quello che), peggio che.
– L'esame è meno facile di quanto si pensi/si pensasse/si pensava.
– L'arrampicata è uno sport meno pericoloso che il calcio.
– Ah! che schifo! Questa pasta è peggio di quello che sembri/sembrasse/sembrava!


Esercizio 1
Completa le seguenti comparazioni
1. « Milano è una città vivace.» «Secondo me, è …........ frenetica …........ vivace.»
2. «Beppe è molto intelligente.» «Io, invece, credo che sia …........ intelligente …......... sia furbo»
3. Per me è uguale, mi piace …........ andare al mare …........ in montagna.
4. Che fatica! La salita è ….......... ripida …........…........ sembrava vedendola dal basso!
5. Peggio di così non poteva andare. Il lavoro che ho accettato è molto …........ complesso …........ …........ sia pagato!



È più bella di Napoli!
Ascolta il dialogo e metti in ordine le risposte di Andrea.
Rina: Ma cosa c'è da pensare ancora?! È un ottimo posto di lavoro!
Rina: Ma quali altre città ti hanno proposto?
Rina: Beh, io direi Roma. E più grande di Napoli, ricca di bellissimi monumenti...
Rina: E di Milano cosa ne pensi? E una grande città, moderna, europea, vivace.
Rina: ...Allora, se non puoi fare a meno del mare, forse a Venezia ti sentirai come a casa tua.
Rina: Già. Allora, non ti resta che Firenze: meno impersonale delle altre e poi, dai, è bellissima, una città d'arte.
Rina: Se la pensi così, allora rinuncia a questo lavoro. Sai come si dice: "Casa, dolce casa"...
Andrea: Dici? No no, Venezia è fredda quanto Milano: guarda che poi spostarsi d'inverno con i vaporetti non è il
massimo!
Andrea: Sì, ma è anche meno ospitale di Napoli.
Andrea: Mah... Secondo me, è più frenetica che vivace. E poi mi mancherebbe il mare.
Andrea: Roma, Milano, Firenze e Venezia. Forse perciò non riesco a decidermi.
Andrea: Bella si, ma anche una delle città più care d'Italia! Per di più, d'inverno fa un freddo cane! No, no, grazie
tante!
Andrea: Eh, lo so, anche lo stipendio è altissimo. Il problema è che questa catena alberghiera non è ancora
presente a Napoli che, per me, è la città più bella del mondo.


Esercizio 2
Leggi il dialogo tra Rina e Andrea e sottolinea tutte le comparazioni.
Esercizio 3
Completa il dialogo tra Pina e Carla con: più, meno, quanto, di.
Carla: Alla fine Andrea ha accettato quella proposta di lavoro o no?
Pina: È ancora indeciso, perché non ce la fa a vivere lontano da Napoli.
Carla: Non gli piacerebbe andare nemmeno a Roma?
Pina: No, perché crede che sia …........................ospitale di Napoli.
Carla: Forse è vero, ma è certo più viva …........................tante altre città. Parlo di Milano, Venezia, per esempio...
Pina: Queste città Andrea nemmeno le prende in considerazione! Dice che Venezia la trova tanto fredda …........................
Milano.
Carla: Può darsi, ma sicuramente è …......................... tranquilla. Poi? Può scegliere tra altre città?
Pina: Ci sarebbe Firenze, ma per lui è tra le città …........................ care d'Italia, il che forse è vero. Secondo me sono tutte
scuse perché in fondo non se ne vuole andare da Napoli! Ma così rischia di perdere la migliore occasione della sua vita!



Esercizio 4
Dai una definizione dei seguenti termini e espressioni utilizzate da Carla e Pina
– indeciso
– certo
– può darsi
– ce la fa (farcela)
Come tradurresti in francese la locuzione «il che», pronunciato da Pina alla sua ultima battuta?



Esercizio 5 : come mantenersi giovani?
Lavorate in coppia. In basso sono dati alla rinfusa alcuni fattori che ci mantengono giovani o che ci fanno invecchiare:
inseriteli nella colonna che ritenete giusta e confrontate le vostre scelte con i compagni.

Cosa invecchia Cosa mantiene giovani






dormire almeno 7 ore a notte - fumo - troppi alcolici - vivere in una grande città - soffrire di solitudine - camminare un'ora al giorno - annoiarsi - ritmi regolari - alimentazione ricca ma senza eccessi - vita sedentaria - alimentazione ricca di grassi - usare molto la macchina - vivere in montagna o in campagna - carattere equilibrato - molti interessi – stress

1. In base a quanto avete scritto nelle due colonne, pensate di condurre una vita sana che vi aiuterà a mantenervi in forma
anche in futuro? Parlatene.
2. In base alle informazioni ricavate dalla discussione in classe, consigliate a un vostro compagno cosa fare per migliorare la
propria salute.
3. Quanto credete sia equilibrata la vostra alimentazione (quantità -qualità)?
4. La lista di sopra vi ha convinto a cambiare qualcosa?

lunedì 16 novembre 2009

Quale ausiliare? essere o avere?

In questa pagina internet troverete una lista esaustiva di verbi che vi guiderà nella scelta dell'ausiliare.

http://www.scudit.net/mdwausiliare.htm

PS. tutto il sito scudit è fatto benissimo! vi consiglio di navigare un po' tra le pagine, leggere qualche testo e fare gli esercizi

mercoledì 11 novembre 2009

Consecutio temporum al congiuntivo

Innanzitutto studiate la "consecutio temporum" all'indicativo, che avevo messo in linea quando ho aperto il blog



Concordanza dei tempi del congiuntivo


Spesso, la frase principale contiene un verbo che richiede l'uso del congiuntivo nella secondaria (Mi sembra che // tutti siano arrivati).

Altre volte, l'uso del congiuntivo è imposto dal tipo di frase secondaria, spesso indicato da una congiunzione (Stiamo ancora aspettando, // benché tutti siano arrivati).

Nonostante l'uso del congiuntivo, la scelta del tempo verbale segue regole simili a quelle finora descritte. Il presente del congiuntivo prenderà dunque il posto di quello dell'indicativo, oppure il trapassato dell'indicativo sarà sostituito da quello del congiuntivo, etc.

Frase principale al presente


Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa pensa (presente)

che io sia andato a Roma (congiuntivo passato)

anteriorità

che io vada a Roma (congiuntivo presente)

contemporaneità

che andrò a Roma (futuro semplice)

posteriorità



Vi sono ovviamente alcune particolarità :
  • Come per l'indicativo, il rapporto di posteriorità temporale può essere espresso anche dal congiuntivo presente (Luisa pensa che più tardi io vada a Roma).
  • Per esprimere anteriorità rispetto alla principale, nella secondaria può essere usato anche il congiuntivo imperfetto, se si indica uno stato (Luisa pensa che due anni fa io fossi a Roma) oppure un'abitudine (Luisa pensa che gli antichi Romani fossero pacifici).
  • Il futuro nella principale vale di norma come tempo del presente (Luisa non permetterà che io vada a Roma).

Frase principale al passato


Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa pensò (pass. remoto)

Luisa pensava (imperfetto)

che fossi andato a Roma (congiuntivo trapassato)

anteriorità

che andassi a Roma (congiuntivo imperfetto)

contemporaneità

che sarei andato a Roma (condizionale passato)

posteriorità


  • Se la frase principale è al condizionale, valgono sempre le stesse regole
Luisa vorrebbe che io andassi a Roma (contemporaneità)
Vorrei/avrei voluto tanto che Luisa avesse studiato abbastanza prima dell'esame. (anteriorità)

recupero dei corsi

I lunedì 23 novembre e 14 dicembre non sarò a Grenoble e non potrò quindi assicurare il corso d'italiano.
Durante l'ultima lezione abbiamo concordato le date e gli orari per il loro recupero/anticipo:

martedì 1 dicembre, 17:30-19:30
martedì 8 dicembre, 17:30-19:30

Quindi, le prime due settimane di dicembre ci vedremo sia il lunedì che il martedì e sempre dalle 17:30 alle 19:30.

Parlerò con le segretarie affinché coloro che non potranno seguire i corsi non siano penalizzati. Preparerò apposta (exprès) per loro dei compiti da svolgere a casa in sostituzione del corso.

lunedì 9 novembre 2009

"Il lupo sbranò l'agnello" o "L'agnello fu sbranato dal lupo"?

Le due frasi "II lupo sbranò l'agnello" o "L'agnello fu sbranato dal lupo" vogliono dire sostanzialmente la medesima cosa: mutano i rapporti grammaticali tra i diversi protagonisti dell'azione, ma non i loro ruoli nell'azione, giacché in entrambe le frasi c'è sempre un solo assalitore ("il lupo") e un solo assalito ("l'agnello").

Tuttavia, se tra una frase di forma attiva e una frase di forma passiva non c'è una sostanziale differenza di significato, tra le due forme c'è però una netta differenza di tipo stilistico-espressivo e anche ideologico. Se diciamo "II lupo sbranò l'agnello", concentriamo l'attenzione sul lupo, cioè su chi compie l'azione e, in un certo senso, lo "criminalizziamo". Se invece diciamo "L'agnello fu sbranato dal lupo" concentriamo l'attenzione sul povero agnello e lo "vittimizziamo". Di fatto, la forma attiva, proprio perché evidenzia chi compie l'azione, è particolarmente adatta a indicare la responsabilità nei fatti narrati. Invece, la forma passiva sottolinea maggiormente l'azione e, quindi, è più adatta per presentare i! fatto in sé, con un certo distacco cronachistico. Non per niente, la forma passiva è usata spesso, per lo più con l'ellissi del verbo essere e spesso anche del complemento d'agente, nei titoli dei giornali: "Sequestrati [dalla polizia] dieci chili di eroina".

venerdì 6 novembre 2009

un benvenuto al primo membro! Evviva! Urrà!

Da stasera il blog ha un membro. Sono un po' emozionato, effettivamente!
lunedì scopriremo il suo vero nome - Elsind01 vi dice qualcosa? avete idee? proposizioni? suggerite!

lunedì 2 novembre 2009

Compito per il 9 novembre



Esercizio 1

Osserva le cartine di Firenze e Roma, cerca i monumenti più importanti e indica al Signor Rossi, a cui "dai del Lei", i seguenti percorsi.

1. Sei al Colosseo e il signor Rossi, che arriva da Via Domus Aurea, ti chiede come raggiungere il Foro Traiano;

2.Sei in piazza del Quirinale, fotografi la statua dei Dioscuri e vorresti incontrare il presidente Napolitano. Invece, incontri il signor Rossi, che ti dice che vorrebbe incontrare il presidente del Consiglio Berlusconi e quindi vorrebbe andare a Palazzo Chigi, ma non sa come arrivarci;

3. Il signor Rossi deve prendere il treno ed è in ritardo. Spiegagli come arrivare dal Mausoleo d'Augusto alla Stazione Termini;

4. Sei in Piazza duomo a Firenze, accanto alla Torre del Giotto. Il signor Rossi ti sembra proprio fiorentino: chiedigli la strada per il Ponte Vecchio e immaginati la sua risposta.



Esercizio 2

Rispondi al questionario sul testo "Incredibile!"

  • Cosa significa « finalmente »?

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  • Perché Robi dice « cavolo »? pensa forse che il denaro cresca sotto i cavoli?

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  • Quando Robi dice « ma va » a Giovi, vuole dirle di andarsene? E perché dice « non me lo dire » dopo che Giovi le ha già detto che il suo ex si è fidanzato?

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  • Cosa intende Robi quando dice « non si sogni »? che il suo ex è egocentrico e durante la notte non dovrebbe sognare a se stesso?

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  • In che senso la città di Giovi e Robi è peggio di New York?

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Lezione 4: Muoviamoci nello spazio!

Muoviamoci nello spazio!

Per indicare un oggetto in mezzo a tanti, per descrivere un luogo, per comprendere le indicazioni stradali, occorre conoscere tantissime parole che sono legate al concetto di spazio.

Avverbi di Luogo
– sopra ∞ sotto
– su ∞ giù
– qui, qua, quaggiù, quassù : indicano che l'oggetto è vicino al locutore
– lì, là, laggiù, lassù: indicano l'oggetto è lontano dal locutore
– ci, vi: significano «in questo, in quel luogo»
– ne: significa «da questo, da quel luogo»
– fino+a, sino+a: indicano il limite di un movimento («jusqu'à»)
– fuori ∞ dentro
– dietro ∞ davanti
– di dietro ∞ di fronte
– avanti ∞ indietro
– prima ∞ dopo
– vicino, presso a, accanto a ∞ lontano
– dappertutto, ovunque
– altrove

Preposizioni

di normalmente indica il possesso, quindi i cittadini sono posseduti dalla loro città!
«Sono di Bergamo.», «Gli abitanti di Milano sono detti milanesi.», «È originario di Vicenza.»

a indica il moto a luogo (cioè la meta, l'obiettivo del movimento) e lo stato in luogo (cioè la permanenza in un luogo)
«Come arriverete a Roma?», «Corriamo fino a casa!», «Sono stato a Parigi.», «Stasera resto a casa»

NB
in italiano i verbi di movimento (andare, venire, uscire, partire...) seguiti da un infinito richiedono sempre l'uso
della preposizione «a»!
«Vado a mangiare.», «Esco a fare un giro.», «Vengo a giocare con voi.»

Anche la preposizione «davanti» vuole sempre la «a»!
«Sono davanti alla scuola», «Passo davanti all'ingresso e ti chiamo»

da indica il moto da luogo (cioè l'origine del movimento)
«Sono russi, vengono dalla Russia.», «Da dove è uscito il gatto?»

NB in italiano «da» indica anche il luogo posseduto da qualcuno, come il «chez» francese e il genitivo sassone
«Andiamo dalla nonna», «Pizzeria da Mario» = «chez Mario», «Mario's»

in indica lo stato in luogo (cioè il luogo in cui resta o in cui si trova l'oggetto o la persona)
«Non sei mai stata in Italia?!», «Negli Stati Uniti ci sono molti campi di mais e di grano, molto più estesi di quelli in Europa.»


Sostantivi ed aggettivi
Per ora accontentiamoci di distinguere la destra dalla sinistra e di declinare vicino e lontano, che sono due aggettivi!

Lezione 4: dare del Lei

Diamo del Lei!

In italiano si «dà del Lei» molto meno spesso che in francese. Occorre quindi capire quando è necessario essere formali, quando è facoltativo e quando invece è inopportuno!
– tra giovani... il Lei è vietato, tranne in particolari contesti professionali!
– quando si incontrano due persone in relazione gerarchica (padrone-dipendente; professore-studente; ecc.) spesso il superiore «dà del tu» e si fa «dare del Lei»
– quando si incontrano un anziano e un giovane, spesso il primo «dà del tu» e l'altro «del Lei»
– la pubblicità e i politici amano dichiararsi «amici» del consumatore e dell'elettore, al quale «danno del tu», e pure degli ordini
Vesti giovane! Vota socialista!
– In Francia lo scrittore «vouvoie» volentieri (anche se vi sono eccezioni importanti «Tu le connais bien […] hypocrite lecteur»), in Italia preferisce «dare del tu»
Caro e unico lettore, adesso ti racconto...
– Anche Dio, in Italia, è sentito molto vicino, come un amico
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà …

Le forme del Lei: come tradurre il Vous?

In italiano la forma di cortesia è la terza persona femminile.


Funzione del vous Forma italiana Esempi
Pronome soggetto Lei Lei è l'avvocato Agnelli?
Pronome oggetto (COD) La Agnelli, la chiamo per una vendita.
Pronome obliquo (COI) Le Agnelli, le ripeto che è un buon
prodotto!
Pronome riflessivo Si Lei si sbaglia, Signore, a non
acquistare questo prodotto!

NB: Il «Lei» viene usato con persone tanto di genere femminile quanto maschile: è necessario accordare gli aggettivi e i participi passati!
ex. «Nadia, Lei è sempre mattiniera! è già andata a fare la spesa!» MA «Massimo, Lei è sempre mattiniero! è già andato a fare la spesa!»


Esercizio
Correggi Giovanni, che «dà del tu» a una signora di 70 anni!

1. Vedi il signor Marchesi stasera? …....................................................................................................
2. I tuoi amici sono arrivati? …....................................................................................................
3. Hai telefonato a tua sorella? …....................................................................................................
4. Oggi prendi il treno? …...................................................................................................
5. Il tuo appartamento è accogliente. …...................................................................................................
6. Mi piace molto il tuo linguaggio. …..................................................................................................

Lezione 4: l'accento

L'accento

In italiano, a differenza di altre lingue in cui occupa posti fissi, l'accento è libero e mobile.
A seconda della sillaba su cui cade l'accento tonico, le parole si distinguono in:
• tronche (o ossitone), quando l'accento cade sull'ultima sillaba: bontà, virtù, parlò;
• piane (o parossitone), quando l'accento cade sulla penultima sillaba: pane, civile;
• sdrucciole (o proparossitone), quando l'accento cade sulla terzultima sillaba: classifica, tavolo, psicologo;
• bisdrucciole, quando l'accento cade sulla quartultima sillaba: mandaglielo, scrivimelo;
• trisdrucciole, quando l'accento cade sulla quintultima sillaba: ordinaglielo.

In italiano la maggior parte delle parole sono piane. Numerose sono anche le sdrucciole e le tronche. Rare le bisdrucciole e le trisdrucciole.

L'uso dell'accento
In italiano esistono alcune parole che si distinguono solo per la presenza o l'assenza dell'accento grafico, in questo caso obbligatorio:

ché (congiunzione = perché) che (pronome e congiunzione)
dà (verbo) da (preposizione)
dì (nome - giorno) di (preposizione)
è (verbo) e (congiunzione)
là (avverbio) la (articolo e pronome)
lì (avverbio) li (pronome)
né (congiunzione) ne (pronome e avverbio)
sé (pronome) se (congiunzione)
sì (avverbio) si (pronome)
tè (nome) te (pronome)


Vi sono altre parole dette omografe ma non omofone, cioè che si scrivono identiche ma occorre distinguere all'orale …mettendo l'accento sulla sillaba corretta!

NB. Gli accenti grafici marcati in questa lista di esempi sono facoltativi, cioè non occorre scriverli in quanto il contesto consente di determinare la loro posizione e quindi il significato corretto della parola.
lèggere leggère
àmbito ambìto
àncora ancòra
circùito circuìto
fòrmica formìca
sùbito subìto
àltero altèro
nòcciolo nocciòlo
àgito agìto agitò
ìntimo intìmo intimò
càpitano capitàno capitanò
càpito capìto capitò

Lezione 4: "Incredibile!" un testo espressivo

Incredibile!

Robi: Finalmente a casa dopo un mese a New York! Allora, sorellina, cos'è successo nella nostra piccola città?
Giovi: Vediamo... ah! Marianna si sposa.
Robi: Davvero?! Credevo che non si sarebbe sposata mai. Poi?
Giovi: Eeeeh... Riccardo ha comprato una Ferrari!
Robi: Sì! Questa poi! Ma chi si crede di essere? Ma dove cavolo l i trova i soldi? Altro?
Giovi: Sì... Marco e Raffaella si sono lasciati!
Robi: Incredibile! Ma chi l'avrebbe mai detto?
Giovi: E non solo: lei si è messa con Alberto.
Robi: Non ci credo! Ma guarda quante notizie.
Giovi: Cos'altro? Boh! Ah! zia Maria ha vinto al totocalcio!
Robi: Ma va! Domani le farò visita!
Giovi: Ah, un'ultima cosa: il tuo ex si è fidanzato!
Robi: Non me lo dire! Vabbe', tanto ormai non me ne frega più niente! E che non si sogni di invitarmi al suo
matrimonio...se mai si sposerà!
Giovi: Vedi quante novità nella nostra piccola città?
Robi: Ma quale piccola? Qua è peggio di New York!!!

martedì 20 ottobre 2009

Italo Calvino Tutto in un punto, in Cosmicomiche, Torino, Einaudi, 1965

Si capisce che si stava tutti lì, -fece il vecchio Qfwfq,- e dove, altrimenti? Che ci potesse essere lo
spazio, nessuno ancora lo sapeva. E il tempo, idem: cosa volete che ce ne facessimo, del tempo,
stando lì pigiati come acciughe?
Ho detto “pigiati come acciughe” tanto per usare una immagine letteraria: in realtà non c’era
spazio nemmeno per pigiarci. Ogni punto d’ognuno di noi coincideva con ogni punto di ognuno
degli altri in un punto unico che era quello in cui stavamo tutti. Insomma, non ci davamo
nemmeno fastidio, se non sotto l’aspetto del carattere, perché quando non c’è spazio, aver
sempre tra i piedi un antipatico come il signor Pbert Pberd è la cosa più seccante.
Quanti eravamo? Eh, non ho mai potuto rendermene conto nemmeno approssimativamente.
Per contarsi, ci si deve staccare almeno un pochino uno dall’altro, invece occupavamo tutti
quello stesso punto. Al contrario di quel che può sembrare, non era una situazione che favorisse
la socievolezza; so che per esempio in altre epoche tra vicini ci si frequenta; lì invece, per il fatto
che vicini si era tutti, non ci si diceva neppure buongiorno o buonasera.

[…] Il gran segreto della signora Ph(i)Nko è che non ha mai provocato gelosie tra noi. E
neppure pettegolezzi. […]

Si stava così bene tutti insieme, così bene, che qualcosa di straordinario doveva pur accadere.
Bastò che a un certo momento lei dicesse: -Ragazzi, avessi un po’ di spazio, come mi piacerebbe
farvi le tagliatelle!- E in quel momento tutti pensammo allo spazio che avrebbero occupato le
tonde braccia di lei muovendosi avanti e indietro con il mattarello sulla sfoglia di pasta, il petto
di lei calando sul gran mucchio di farina e uova che ingombrava il largo tagliere mentre le sue
braccia impastavano impastavano, bianche e unte d’olio fin sopra al gomito; pensammo allo
spazio che avrebbero occupato la farina, e il grano per fare la farina, e i campi per coltivare il
grano, e le montagne da cui scendeva l’acqua per irrigare i campi, e i pascoli per le mandrie di
vitelli che avrebbero dato la carne per il sugo; allo spazio che ci sarebbe voluto perché il Sole
arrivasse con i suoi raggi a maturare il grano; allo spazio perché dalle nubi di gas stellari il Sole si
condensasse e bruciasse; alle quantità di stelle e galassie e ammassi galattici in fuga nello spazio
che ci sarebbero volute per tener sospesa ogni galassia ogni nebula ogni sole ogni pianeta, e nello
stesso tempo del pensarlo questo spazio inarrestabilmente si formava, nello stesso tempo in cui la
signora Ph(i)Nko pronunciava quelle parole: -...le tagliatelle, ve’, ragazzi!- il punto che conteneva
lei e noi tutti s’espandeva in una raggiera di distanze d’anni-luce e secoli-luce e miliardi di millenniluce,
e noi sbattuti ai quattro angoli dell’universo (il signor Pbert Pberd fino a Pavia), e lei dissolta
in non so quale specie d’energia luce calore, lei signora Ph(i)Nko, quella che in mezzo al chiuso
nostro mondo meschino era stata capace d’uno slancio generoso, il primo, “Ragazzi, che tagliatelle
vi farei mangiare!”, un vero slancio d’amore generale, dando inizio nello stesso momento al
concetto di spazio, e allo spazio propriamente detto, e al tempo, e alla gravitazione universale, e
all’universo gravitante, rendendo possibili miliardi di miliardi di soli, e di pianeti, e di campi di
grano, e di signore Ph(i)Nko sparse per i continenti dei pianeti che impastano con le braccia unte
e generose infarinate, e lei da quel momento perduta, e noi a rimpiangerla.



Pigiare schiacciare, premere
sotto l’aspetto per quanto riguarda, dal punto di vista di
avere tra i piedi (tra le scatole) qualcuno essere infastidito da qualcuno
seccante fastidioso, scocciante
nemmeno neppure, neanche
così bene proprio bene, veramente bene, tanto bene
pur(e) anche; in questo caso: proprio, certamente, senza dubbio
mattarello strumento da cucina cilindrico, usato per stendere la pasta
mucchio tanto, molto, "un sacco", "un mare", "una marea", "una montagna"
ingombrare creare un ingombro, occupare lo spazio
tagliere strumento da cucina piano, usato per tagliare
impastare mischiare la pasta
sugo il condimento per la pastasciutta, il succo di un piatto cucinato
sbattere colpire, urtare; lanciare lontano
unto grasso, sporco di oli
rimpiangere sentire la mancanza, piangere la mancanza di qualcuno/qualcosa



Domande

Cosmicomiche è una raccolta di racconti pubblicata nel 1965 da Italo Calvino, uno degli scrittori italiani più conosciuti del XX secolo. Ogni racconto prende spunto da una scoperta scientifica, un pretesto per la fantasia dello scrittore che la dichiara prima della narrazione.


  1. Secondo te, cosa significa il titolo della raccolta?

  2. Abbiamo letto un estratto del racconto Tutto in un punto, secondo te Calvino ha preso spunto da quale scoperta scientifica? Cerca nel testo e sottolinea i termini e le frasi che esplicitano il legame tra il racconto e il mondo scientifico.

  3. Il punto unico è il «luogo» dove è ambientato il racconto. Alla fine, Qfwfq parla dell'universo. Eppure, è chiaro che Calvino descrive l'Italia e gli italiani. Cerca nel testo i termini che fanno riferimento all'Italia e argomenta la tua scelta.

lunedì 19 ottobre 2009

Esclamazioni ed interiezioni

Esclamazioni ed interiezioni

allarme
aiuto! attento! occhio!

ammirazione
Che bello! caspita (caspiterina)! Urca! Ooh! Che meraviglia!

consenso

bravo -a / -i -e! vero! esatto! è così! già! evviva! wauh! meno male!

disappunto
accidenti! dannazione! porcamiseria! e che c....(cavolo)! robadamatti! via! pazzesco! ma per
carità!

disgusto
aaargh! che schifo! puah!

dolore
aaah! ahimè! ahio! argh! ohi! ommammamia!

dubbio
bah! boh! eeh? chissà! mah! mmm! sarà!

egoismo
chissenefrega! chisseneimporta!

esortazione
animo! eddai! coraggio! evvai!

euforia
eureka! olè!

insofferenza
alt! auff! basta! stop! uffa! Ne ho le p...(scatole, tasche) piene! Che p....

sacralità
amen! santocielo! diobbono! lamadonna! oddio! ossignore!

sorpresa
Sul serio? Davvero? Ma allora... oh!

verzurismo
cavoli! capperi! corbezzoli! piantala! sorbole!



Espressioni colorate … individuare il significato delle espressioni seguenti

1. Mangiare in bianco = mangiare leggero, mangiare pesante, mangiare vegetariano
2. Conto bancario in rosso = conto in attivo, conto in passivo, conto a zero
3. Essere d’umore nero = di buon umore, di cattivo umore, un po’ preoccupato
4. Leggere un libro giallo = una storia cinese, una storia politica, una storia poliziesca
5. Cronaca rosa = notizie scandalistiche, notizie sportive, notizie sull’Europa
6. Cronaca nera = notizie politiche, notizie di criminalità, notizie sull’Africa
7. Film a luce rossa = film western, film comico, film porno
8. Auto blu = auto con funzione di taxi, auto per alti funzionari di Stato, macchina della polizia
9. Diventare rosso = scandalizzarsi, offendersi, vergognarsi
10 Giornata grigia = giornata buona, giornata cattiva, giornata così così

Zitti! A tavola non si parla!
1. Essere "come il cacio sui maccheroni" significa arrivare
al momento giusto, al momento sbagliato, senza motivo
2. Un "conto salato" significa un prezzo
economico, costoso, ragionevole/ giusto
3. Una "storia piccante" è una storia
fastidiosa, stranissima, sexy
4. Diciamo "salame" a una persona
molto buona, ingenua, buffa/ comica
5. Diciamo "che pizza" per dire
“che noia!” “che eccitante!” “che rabbia!”
6. "Fare una frittata" significa fare
una cosa buona, confusione, un disastro irreparabile
7. Una persona come il prezzemolo
sta dappertutto, è completamente inutile, dà senso alle cose

sabato 10 ottobre 2009

Compito per il 2 novembre

stragista che fa riferimento o si realizza attraverso le stragi

Cosa Nostra la mafia («cosa nostra» significa «affari nostri», dei quali lo stato non deve interessarsi)

si sono fatti sotto l'intervistato utilizza questa espressione, che significa «sono venuti all'attacco», cioè «sotto le nostre armi», per non utilizzarne un'altra, metaforica e leggermente volgare («se la sono fatta sotto», cioè «si sono spaventati e hanno defecato»)


Per maggiori informazioni

Paolo Borsellino http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino

Giovanni Falcone http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone

Stragi avvenute in Italia http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_stragi_avvenute_in_Italia



Domande

  1. Il video è estratto da un'intervista più lunga. Lo si nota, per esempio, per l'assenza della prima domanda della giornalista. Prova a immaginarla e a scriverla.

  2. Alla prima domanda della giornalista, Piero Grasso non risponde direttamente. Cosa significa la sua risposta? Ci sono stati «contatti» effettivi tra lo Stato e la Mafia? Quale era il loro scopo?

  3. Cosa significa, nella seconda domanda della giornalista, «riscaldare la trattativa»?

  4. Cosa sai della mafia? Come la giudichi? Scrivilo in 500 caratteri.





Compiti per il 2 Novembre

Come ho ripetuto più volte alla lezione del 19 ottobre, i compiti da consegnare (o da svolgere qui sul blog, se preferite) per la prossima lezione sono:

  1. Ovviamente, rispondere alle domande qui sopra

  2. Rispondere alle domande su Tutto in un punto di Calvino http://italansad.blogspot.com/2009/10/italo-calvino-tutto-in-un-punto-in.html

  3. Rispondere alle domande sull'articolo «Il manager «sequestrato» alla Alstom: «Chiuso in azienda, ma non prigioniero»» http://italansad.blogspot.com/2009/10/lezione-2-i-manager-sequestrati.html

  4. rileggere le esclamazioni e interiezioni, immaginando un contesto http://italansad.blogspot.com/2009/10/esclamazioni-ed-interiezioni.html



Buon lavoro e buone vacanze,

ciao

lezione 3 - Poveri milanesi!

Lezione 2 - esercizi

Dal passato prossimo all'imperfetto

1 Io ho corso due miglia. Settimana scorsa, ogni giorno ...................... due miglia. 2 Ogni settimana Giovanni e Lucia hanno mangiato al ristorante. Tutte le settimane dell'anno passato, Giovanni e Lucia ...................... al ristorante. 3 Hai visto molti quadri al museo. Di solito, quando eri in vacanza, ...................... molti quadri al museo. 4 Carla si è vestita elegantemente. Di solito Carla ...................... elegantemente. 5 Hanno giocato a pallone con gli amici. Quando eran ragazzi ogni martedì ...................... al pallone. 6 Gli sono piaciuti i tortellini. Quando era piccolo .......................... i tortellini. 7 Questa sera abbiamo fatto molti compiti. Da studenti ...................... molti compiti. 8 Ti sei lavata con l'acqua fredda. In gioventù ogni sera ti ...................... con l'acqua fredda. 9 Voi vi siete fatti la doccia. Quando funzionava, ogni mattina voi ...................... la doccia.


Mettere all'imperfetto

1 Io (condurre) .......................... una vita tranquilla. Noi .......................... insieme un'azienda. 2 Lui (comporre) .......................... delle canzoni. Loro .......................... delle poesie. 3 Loro (esporre)..........................delle idee. Lei/Lui .......................... il loro progetto. 4 Noi (dire) ..........................cose interessanti. Io .......................... sciocchezze. 5 Tu (fare) ..........................un buon lavoro. Voi .......................... troppo rumore. 6 Voi (proporre) ..........................una soluzione. Tu .......................... una soluzione. 7 Noi (essere) .......................... molto arrabbiati. Io .......................... molto sciropposo con quella ragazza. 8 Io (tradurre) .......................... lettere dal tedesco. Noi .......................... dal francese. 9 Quel giorno lui (compiere) ..........................vent'anni. Quel giorno i ladri .......................... un furto. 10 Lui (imporre) ..........................a tutti quelle idee. Loro .......................... a tutti quelle idee.

Lezione 2 - imperfetto

L'imperfetto

Questa forma verbale si coniuga aggiungendo alla radice del verbo le desinenze previste dalla grammatica italiana.

Le radici sono uguali a quelle del presente, mentre le desinenze se ne distinguono per la presenza di v insieme alla vocale tematica che caratterizza ciascuna delle tre coniugazioni : (-av-, -ev-, -iv-) :




1a persona
io

2a persona

tu

2a persona
egli, ella

1a persona

noi

2a persona

voi

3a persona

essi, esse

1a coniugazione parlare

parlavo

parlavi

parlava

parlavamo

parlavate

parlavano

2a coniugazione
ricevere

ricevevo

ricevevi

riceveva

ricevevamo

ricevevate

ricevevano

3a coniugazione
dormire

dormivo

dormivi

dormiva

dormivamo

dormivate

dormivano



Si notino, tra l'altro, alcune particolarità:

  • La coniugazione di questo tempo è quasi sempre regolare.

  • Alcuni verbi prendono la forma latina della radice: fare – facevo; dire – dicevo; bere – bevevo; produrre – producevo; porre – ponevo; proporre – proponevo; trarre – traevo

  • Il verbo essere segue un meccanismo particolare : ero, eri, era, eravamo, eravate, erano

Lezione 2 - Participio passato = Passato prossimo

Per la formazione del participio passato, le desinenze del modo infinito vengono sostituite da quelle del participio passato (-ato -uto -ito)

coniugazione

1a -are
es. cantare

2a -ere
es. contenere

3a -ire
es. agire

participio passato

-ato (cantato)

-uto (contenuto)

-ito (agito)


Eccezioni e particolarità :

  • I verbi della prima coniugazione (-are) sono quasi sempre regolari (eccezione: il verbo fare, fatto, che in origine apparteneva alla seconda).

  • I verbi della seconda coniugazione (-ere) sono in genere irregolari:

    bere, bevuto; chiedere, chiesto; chiudere, chiuso; correggere, corretto;

    correre, corso; cuocere, cotto; decidere, deciso; dividere, diviso;

    essere, stato; leggere, letto; mettere, messo; nascere, nato;

    perdere, perso; piangere, pianto; prendere, preso; proporre, proposto;

    rimanere, rimasto; rispondere, risposto; rompere, rotto; scegliere, scelto;

    scrivere, scritto; scuotere, scosso; spingere, spinto; succedere, successo;

    tradurre, tradotto; vedere, visto/veduto; vincere, vinto; vivere, vissuto.

  • I verbi della terza coniugazione (-ire) hanno poche forme irregolari

    apparire, apparso; aprire, aperto; dire, detto; morire, morto;

    offrire, offerto; venire, venuto

Lezione 2 - Consecutio temporum

La concordanza dei tempi è l'insieme di regole che stabiliscono l'uso dei tempi e dei modi verbali della frase principale (o reggente) e della frase subordinata (o secondaria). Rispettando la consecutio temporum, si definiscono i rapporti di contemporaneità, anteriorità, posteriorità tra gli eventi enunciati.

NB : La concordanza dei tempi descrive solamente il rapporto temporale tra frase principale e subordinata : il rapporto temporale tra le diverse frasi principali, più che sintattica e grammaticale, è una questione di correttezza stilistica!

Concordanza dei tempi dell'indicativo

L'insieme delle norme che regolano i rapporti logici tra le varie forme dell'indicativo è, tra l'altro, fondamentale per la formazione del discorso indiretto.

Nonostante la rigidità della concordanza dei tempi, è possibile una vasta gamma di variazioni, dovuta alle diverse funzioni che possono assumere i vari tempi e modi a seconda del contesto. Ci sono inoltre variazioni dovute al registro linguistico, che può essere più o meno sorvegliato.

Frase principale al presente

Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa sa (presente)

che andai a Roma (passato remoto)

anteriorità

che ieri sono andato a Roma (passato prossimo)

anteriorità

che stavo andando/andavo a Roma (imperfetto)

anteriorità

che adesso vado a Roma (presente)

contemporaneità

che domani andrò a Roma (futuro semplice)

posteriorità

Questa tabella indica gli usi più frequenti, ma sono necessari alcuni approfondimenti e precisazioni:

  • Il rapporto di posteriorità può normalmente essere indicato con l'uso dell'indicativo presente (Luisa sa che dopodomani vado a Roma) al posto del futuro. L'uso del presente denota in questo caso una maggior certezza, un evento immediatamente posteriore oppure un registro semplice

  • Un discorso a parte merita il periodo con la frase principale al futuro. La contemporaneità e la posteriorità rispetto a questa frase vengono normalmente indicate nella secondaria dal futuro semplice (Luisa saprà domani se andrò domani o se partirò dopodamani); l'anteriorità temporale viene invece indicata di solito dal futuro anteriore (Luisa saprà dire domani se sarò andato a Roma).

Frase principale al passato

Se il verbo della frase principale è al passato (passato prossimo e remoto, imperfetto, trapassato) le forme verbali della subordinata si riferiscono al momento indicato dalla principale e vengono quindi adattate:

Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa ha saputo (pass. prossimo)

Luisa sapeva (imperfetto)

Luisa aveva saputo (trapassato prossimo)

Che ero andato a Roma (trapassato prossimo)

anteriorità

che andavo a Roma (imperfetto)

contemporaneità

che sarei andato a Roma (condizionale passato)

posteriorità

Vi sono ad ogni modo diverse particolarità:

  • Un processo attualmente in corso può in ogni caso essere indicato con l'uso del presente (Luisa sapeva che Roma è la capitale)

  • Il passato prossimo nella principale può essere interpretato tanto come forma del passato quanto come forma del presente, a seconda del contesto (Poco tempo fa, Luisa ha saputo spiegare perché vado a Roma / Parecchio tempo fa, Luisa ha saputo spiegare come mai andavo a Roma)

  • Se il registro linguistico è basso, soprattutto nel registro parlato, il futuro nel passato può essere indicato dall'imperfetto (Ieri, Luisa ha spiegato agli altri che partivo per Roma più tardi)

Lezione2 - Il bus-tonnara

Milano, vigili a caccia degli immigrati: il bus-galera imprigiona i clandestini
di Franco Vanni (tagli e modifiche di MM)

Al commissario questo lavoro piace: "Ragazzi, prendetemi anche quello nascosto nell’erba e mi avete fatto felice", ha detto ai suoi. Quello che era nascosto nell’erba è nordafricano, di 20 anni. Si era liberato dalla presa di un vigile ed imboscato dietro ad un cespuglio. Da lì, è poi corso chissà dove. Al termine di un’intera mattinata di controlli, è stato l’unico straniero scappato al nucleo Trasporto pubblico dei vigili, specializzata nel servizio "fermi e identificazioni", che nei giorni scorsi ha chiuso in speciali autobus con grate ai finestrini, e poi identificato, gli stranieri trovati senza documenti durante i controlli dei biglietti sui mezzi pubblici.
Ieri mattina, la prima uscita dall’avvio dei processi ai clandestini, è andata bene: 120 multe staccate e dieci stranieri portati in centrale. Si appostavano alla fermata, chiedevano i documenti agli stranieri che, se non li avevano, erano caricati sul "bus-galera". È lo stesso tipo di autobus usato per scortare allo stadio i gruppi ultrà. Gli agenti lo chiamano "Stranamore", "perché ricorda il camper su cui Alberto Castagna negli anni Novanta faceva piangere gli innamorati in tivù", ride un agente.
Ieri sera, a operazione conclusa, sulla strada del ritorno Stranamore era accompagnato da quattro auto dei vigili, che con sirene accese bruciavano i semafori per portare il carico alla centrale.

Quando alla fermata del tram 15 in via De Missaglia è scattata la "tonnara" — stando al gergo dei vigili — erano le sette e mezza. Il tram si è fermato, gli agenti hanno bloccato le uscite. Per primo è toccato a un ragazzo nordafricano. Ha mostrato fotocopie di documenti, gli hanno fatto cenno di salire sul bus blindato, lui ha eseguito senza fare troppe storie. Poi è stato il turno di uno slavo. Non ha aperto bocca, ha tolto le mani di tasca solo prima di sedersi dietro al primo fermato. I passeggeri del tram assistevano alla scena e commentavano. Una donna con caschetto di capelli bianchi ha chiesto agli agenti: "Ma perché fate così? Hanno fatto qualcosa?". La risposta: "Sono clandestini, signora".
Tre dei dieci fermati, risulterà a sera dopo le verifiche, non lo sono affatto. Per sette è invece scattata la denuncia per clandestinità, e uno solo è stato arrestato: aveva già in tasca il decreto di espulsione ma non si era mosso dall’Italia. Dentro al bus, che alle dieci del mattino stava per ripartire con gli uomini a bordo, qualcuno prendeva a pugni il vetro. Altri nascondevano il volto fra le ginocchia. Si è fermata un’altra signora, borsetta stretta al petto: "Fate bene — ha detto agli agenti — questi qua in galera devono stare". Una donna ha chiesto ingenuamente ai vigili dove fosse diretto lo strano bus con le reti alle finestre. Ha fatto anche per salire, ma il vigile l'ha fermata: "Signora, aspetti il tram che è meglio".
(30 settembre 2009- La Repubblica Milano)

nascosto sottratto alla vista, non visibile
imboscato «nascosto in un bosco»
cespuglio pianta bassa e fitta
grate griglie
conclusa terminata, finita
tivù la televisione
il carico il materiale con il quale si riempie un veicolo da trasporto
scattare partire velocemente, di scatto
la "tonnara" imbarcazione usata nella caccia al tonno
stando a … secondo l'opinione di …
gergo lingua speciale di un gruppo sociale-professionale
toccare a … essere il turno di ...
far cenno a... compiere un gesto rapido ma visibile
eseguire compiere, fare, terminare
senza fare troppe storie senza commenti o lamentele
non aprir bocca non dire nulla
stare per... essere sul punto di...
fosse congiuntivo del verbo essere, 3a persona
fare per salire essere sul punto di salire