La concordanza dei tempi è l'insieme di regole che stabiliscono l'uso dei tempi e dei modi verbali della frase principale (o reggente) e della frase subordinata (o secondaria). Rispettando la consecutio temporum, si definiscono i rapporti di contemporaneità, anteriorità, posteriorità tra gli eventi enunciati.
NB : La concordanza dei tempi descrive solamente il rapporto temporale tra frase principale e subordinata : il rapporto temporale tra le diverse frasi principali, più che sintattica e grammaticale, è una questione di correttezza stilistica!
Concordanza dei tempi dell'indicativo
L'insieme delle norme che regolano i rapporti logici tra le varie forme dell'indicativo è, tra l'altro, fondamentale per la formazione del discorso indiretto.
Nonostante la rigidità della concordanza dei tempi, è possibile una vasta gamma di variazioni, dovuta alle diverse funzioni che possono assumere i vari tempi e modi a seconda del contesto. Ci sono inoltre variazioni dovute al registro linguistico, che può essere più o meno sorvegliato.
Frase principale al presente
Frase principale | frase subordinata | rapporto temporale |
Luisa sa (presente) | che andai a Roma (passato remoto) | anteriorità |
che ieri sono andato a Roma (passato prossimo) | anteriorità | |
che stavo andando/andavo a Roma (imperfetto) | anteriorità | |
che adesso vado a Roma (presente) | contemporaneità | |
che domani andrò a Roma (futuro semplice) | posteriorità |
Questa tabella indica gli usi più frequenti, ma sono necessari alcuni approfondimenti e precisazioni:
Il rapporto di posteriorità può normalmente essere indicato con l'uso dell'indicativo presente (Luisa sa che dopodomani vado a Roma) al posto del futuro. L'uso del presente denota in questo caso una maggior certezza, un evento immediatamente posteriore oppure un registro semplice
Un discorso a parte merita il periodo con la frase principale al futuro. La contemporaneità e la posteriorità rispetto a questa frase vengono normalmente indicate nella secondaria dal futuro semplice (Luisa saprà domani se andrò domani o se partirò dopodamani); l'anteriorità temporale viene invece indicata di solito dal futuro anteriore (Luisa saprà dire domani se sarò andato a Roma).
Frase principale al passato
Se il verbo della frase principale è al passato (passato prossimo e remoto, imperfetto, trapassato) le forme verbali della subordinata si riferiscono al momento indicato dalla principale e vengono quindi adattate:
Frase principale | frase subordinata | rapporto temporale |
Luisa ha saputo (pass. prossimo) Luisa sapeva (imperfetto) Luisa aveva saputo (trapassato prossimo) | Che ero andato a Roma (trapassato prossimo) | anteriorità |
che andavo a Roma (imperfetto) | contemporaneità | |
che sarei andato a Roma (condizionale passato) | posteriorità |
Vi sono ad ogni modo diverse particolarità:
Un processo attualmente in corso può in ogni caso essere indicato con l'uso del presente (Luisa sapeva che Roma è la capitale)
Il passato prossimo nella principale può essere interpretato tanto come forma del passato quanto come forma del presente, a seconda del contesto (Poco tempo fa, Luisa ha saputo spiegare perché vado a Roma / Parecchio tempo fa, Luisa ha saputo spiegare come mai andavo a Roma)
Se il registro linguistico è basso, soprattutto nel registro parlato, il futuro nel passato può essere indicato dall'imperfetto (Ieri, Luisa ha spiegato agli altri che partivo per Roma più tardi)
Grazie mille! Le specificazioni sull'uso del futuro/presente erano davvero utili. Ho notato lo stesso effetto (maggior certezza), ma non lo trovavo da nessuna grammatica.
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