lunedì 16 novembre 2009

Quale ausiliare? essere o avere?

In questa pagina internet troverete una lista esaustiva di verbi che vi guiderà nella scelta dell'ausiliare.

http://www.scudit.net/mdwausiliare.htm

PS. tutto il sito scudit è fatto benissimo! vi consiglio di navigare un po' tra le pagine, leggere qualche testo e fare gli esercizi

mercoledì 11 novembre 2009

Consecutio temporum al congiuntivo

Innanzitutto studiate la "consecutio temporum" all'indicativo, che avevo messo in linea quando ho aperto il blog



Concordanza dei tempi del congiuntivo


Spesso, la frase principale contiene un verbo che richiede l'uso del congiuntivo nella secondaria (Mi sembra che // tutti siano arrivati).

Altre volte, l'uso del congiuntivo è imposto dal tipo di frase secondaria, spesso indicato da una congiunzione (Stiamo ancora aspettando, // benché tutti siano arrivati).

Nonostante l'uso del congiuntivo, la scelta del tempo verbale segue regole simili a quelle finora descritte. Il presente del congiuntivo prenderà dunque il posto di quello dell'indicativo, oppure il trapassato dell'indicativo sarà sostituito da quello del congiuntivo, etc.

Frase principale al presente


Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa pensa (presente)

che io sia andato a Roma (congiuntivo passato)

anteriorità

che io vada a Roma (congiuntivo presente)

contemporaneità

che andrò a Roma (futuro semplice)

posteriorità



Vi sono ovviamente alcune particolarità :
  • Come per l'indicativo, il rapporto di posteriorità temporale può essere espresso anche dal congiuntivo presente (Luisa pensa che più tardi io vada a Roma).
  • Per esprimere anteriorità rispetto alla principale, nella secondaria può essere usato anche il congiuntivo imperfetto, se si indica uno stato (Luisa pensa che due anni fa io fossi a Roma) oppure un'abitudine (Luisa pensa che gli antichi Romani fossero pacifici).
  • Il futuro nella principale vale di norma come tempo del presente (Luisa non permetterà che io vada a Roma).

Frase principale al passato


Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa pensò (pass. remoto)

Luisa pensava (imperfetto)

che fossi andato a Roma (congiuntivo trapassato)

anteriorità

che andassi a Roma (congiuntivo imperfetto)

contemporaneità

che sarei andato a Roma (condizionale passato)

posteriorità


  • Se la frase principale è al condizionale, valgono sempre le stesse regole
Luisa vorrebbe che io andassi a Roma (contemporaneità)
Vorrei/avrei voluto tanto che Luisa avesse studiato abbastanza prima dell'esame. (anteriorità)

recupero dei corsi

I lunedì 23 novembre e 14 dicembre non sarò a Grenoble e non potrò quindi assicurare il corso d'italiano.
Durante l'ultima lezione abbiamo concordato le date e gli orari per il loro recupero/anticipo:

martedì 1 dicembre, 17:30-19:30
martedì 8 dicembre, 17:30-19:30

Quindi, le prime due settimane di dicembre ci vedremo sia il lunedì che il martedì e sempre dalle 17:30 alle 19:30.

Parlerò con le segretarie affinché coloro che non potranno seguire i corsi non siano penalizzati. Preparerò apposta (exprès) per loro dei compiti da svolgere a casa in sostituzione del corso.

lunedì 9 novembre 2009

"Il lupo sbranò l'agnello" o "L'agnello fu sbranato dal lupo"?

Le due frasi "II lupo sbranò l'agnello" o "L'agnello fu sbranato dal lupo" vogliono dire sostanzialmente la medesima cosa: mutano i rapporti grammaticali tra i diversi protagonisti dell'azione, ma non i loro ruoli nell'azione, giacché in entrambe le frasi c'è sempre un solo assalitore ("il lupo") e un solo assalito ("l'agnello").

Tuttavia, se tra una frase di forma attiva e una frase di forma passiva non c'è una sostanziale differenza di significato, tra le due forme c'è però una netta differenza di tipo stilistico-espressivo e anche ideologico. Se diciamo "II lupo sbranò l'agnello", concentriamo l'attenzione sul lupo, cioè su chi compie l'azione e, in un certo senso, lo "criminalizziamo". Se invece diciamo "L'agnello fu sbranato dal lupo" concentriamo l'attenzione sul povero agnello e lo "vittimizziamo". Di fatto, la forma attiva, proprio perché evidenzia chi compie l'azione, è particolarmente adatta a indicare la responsabilità nei fatti narrati. Invece, la forma passiva sottolinea maggiormente l'azione e, quindi, è più adatta per presentare i! fatto in sé, con un certo distacco cronachistico. Non per niente, la forma passiva è usata spesso, per lo più con l'ellissi del verbo essere e spesso anche del complemento d'agente, nei titoli dei giornali: "Sequestrati [dalla polizia] dieci chili di eroina".

venerdì 6 novembre 2009

un benvenuto al primo membro! Evviva! Urrà!

Da stasera il blog ha un membro. Sono un po' emozionato, effettivamente!
lunedì scopriremo il suo vero nome - Elsind01 vi dice qualcosa? avete idee? proposizioni? suggerite!

lunedì 2 novembre 2009

Compito per il 9 novembre



Esercizio 1

Osserva le cartine di Firenze e Roma, cerca i monumenti più importanti e indica al Signor Rossi, a cui "dai del Lei", i seguenti percorsi.

1. Sei al Colosseo e il signor Rossi, che arriva da Via Domus Aurea, ti chiede come raggiungere il Foro Traiano;

2.Sei in piazza del Quirinale, fotografi la statua dei Dioscuri e vorresti incontrare il presidente Napolitano. Invece, incontri il signor Rossi, che ti dice che vorrebbe incontrare il presidente del Consiglio Berlusconi e quindi vorrebbe andare a Palazzo Chigi, ma non sa come arrivarci;

3. Il signor Rossi deve prendere il treno ed è in ritardo. Spiegagli come arrivare dal Mausoleo d'Augusto alla Stazione Termini;

4. Sei in Piazza duomo a Firenze, accanto alla Torre del Giotto. Il signor Rossi ti sembra proprio fiorentino: chiedigli la strada per il Ponte Vecchio e immaginati la sua risposta.



Esercizio 2

Rispondi al questionario sul testo "Incredibile!"

  • Cosa significa « finalmente »?

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  • Perché Robi dice « cavolo »? pensa forse che il denaro cresca sotto i cavoli?

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  • Quando Robi dice « ma va » a Giovi, vuole dirle di andarsene? E perché dice « non me lo dire » dopo che Giovi le ha già detto che il suo ex si è fidanzato?

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  • Cosa intende Robi quando dice « non si sogni »? che il suo ex è egocentrico e durante la notte non dovrebbe sognare a se stesso?

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  • In che senso la città di Giovi e Robi è peggio di New York?

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Lezione 4: Muoviamoci nello spazio!

Muoviamoci nello spazio!

Per indicare un oggetto in mezzo a tanti, per descrivere un luogo, per comprendere le indicazioni stradali, occorre conoscere tantissime parole che sono legate al concetto di spazio.

Avverbi di Luogo
– sopra ∞ sotto
– su ∞ giù
– qui, qua, quaggiù, quassù : indicano che l'oggetto è vicino al locutore
– lì, là, laggiù, lassù: indicano l'oggetto è lontano dal locutore
– ci, vi: significano «in questo, in quel luogo»
– ne: significa «da questo, da quel luogo»
– fino+a, sino+a: indicano il limite di un movimento («jusqu'à»)
– fuori ∞ dentro
– dietro ∞ davanti
– di dietro ∞ di fronte
– avanti ∞ indietro
– prima ∞ dopo
– vicino, presso a, accanto a ∞ lontano
– dappertutto, ovunque
– altrove

Preposizioni

di normalmente indica il possesso, quindi i cittadini sono posseduti dalla loro città!
«Sono di Bergamo.», «Gli abitanti di Milano sono detti milanesi.», «È originario di Vicenza.»

a indica il moto a luogo (cioè la meta, l'obiettivo del movimento) e lo stato in luogo (cioè la permanenza in un luogo)
«Come arriverete a Roma?», «Corriamo fino a casa!», «Sono stato a Parigi.», «Stasera resto a casa»

NB
in italiano i verbi di movimento (andare, venire, uscire, partire...) seguiti da un infinito richiedono sempre l'uso
della preposizione «a»!
«Vado a mangiare.», «Esco a fare un giro.», «Vengo a giocare con voi.»

Anche la preposizione «davanti» vuole sempre la «a»!
«Sono davanti alla scuola», «Passo davanti all'ingresso e ti chiamo»

da indica il moto da luogo (cioè l'origine del movimento)
«Sono russi, vengono dalla Russia.», «Da dove è uscito il gatto?»

NB in italiano «da» indica anche il luogo posseduto da qualcuno, come il «chez» francese e il genitivo sassone
«Andiamo dalla nonna», «Pizzeria da Mario» = «chez Mario», «Mario's»

in indica lo stato in luogo (cioè il luogo in cui resta o in cui si trova l'oggetto o la persona)
«Non sei mai stata in Italia?!», «Negli Stati Uniti ci sono molti campi di mais e di grano, molto più estesi di quelli in Europa.»


Sostantivi ed aggettivi
Per ora accontentiamoci di distinguere la destra dalla sinistra e di declinare vicino e lontano, che sono due aggettivi!

Lezione 4: dare del Lei

Diamo del Lei!

In italiano si «dà del Lei» molto meno spesso che in francese. Occorre quindi capire quando è necessario essere formali, quando è facoltativo e quando invece è inopportuno!
– tra giovani... il Lei è vietato, tranne in particolari contesti professionali!
– quando si incontrano due persone in relazione gerarchica (padrone-dipendente; professore-studente; ecc.) spesso il superiore «dà del tu» e si fa «dare del Lei»
– quando si incontrano un anziano e un giovane, spesso il primo «dà del tu» e l'altro «del Lei»
– la pubblicità e i politici amano dichiararsi «amici» del consumatore e dell'elettore, al quale «danno del tu», e pure degli ordini
Vesti giovane! Vota socialista!
– In Francia lo scrittore «vouvoie» volentieri (anche se vi sono eccezioni importanti «Tu le connais bien […] hypocrite lecteur»), in Italia preferisce «dare del tu»
Caro e unico lettore, adesso ti racconto...
– Anche Dio, in Italia, è sentito molto vicino, come un amico
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà …

Le forme del Lei: come tradurre il Vous?

In italiano la forma di cortesia è la terza persona femminile.


Funzione del vous Forma italiana Esempi
Pronome soggetto Lei Lei è l'avvocato Agnelli?
Pronome oggetto (COD) La Agnelli, la chiamo per una vendita.
Pronome obliquo (COI) Le Agnelli, le ripeto che è un buon
prodotto!
Pronome riflessivo Si Lei si sbaglia, Signore, a non
acquistare questo prodotto!

NB: Il «Lei» viene usato con persone tanto di genere femminile quanto maschile: è necessario accordare gli aggettivi e i participi passati!
ex. «Nadia, Lei è sempre mattiniera! è già andata a fare la spesa!» MA «Massimo, Lei è sempre mattiniero! è già andato a fare la spesa!»


Esercizio
Correggi Giovanni, che «dà del tu» a una signora di 70 anni!

1. Vedi il signor Marchesi stasera? …....................................................................................................
2. I tuoi amici sono arrivati? …....................................................................................................
3. Hai telefonato a tua sorella? …....................................................................................................
4. Oggi prendi il treno? …...................................................................................................
5. Il tuo appartamento è accogliente. …...................................................................................................
6. Mi piace molto il tuo linguaggio. …..................................................................................................

Lezione 4: l'accento

L'accento

In italiano, a differenza di altre lingue in cui occupa posti fissi, l'accento è libero e mobile.
A seconda della sillaba su cui cade l'accento tonico, le parole si distinguono in:
• tronche (o ossitone), quando l'accento cade sull'ultima sillaba: bontà, virtù, parlò;
• piane (o parossitone), quando l'accento cade sulla penultima sillaba: pane, civile;
• sdrucciole (o proparossitone), quando l'accento cade sulla terzultima sillaba: classifica, tavolo, psicologo;
• bisdrucciole, quando l'accento cade sulla quartultima sillaba: mandaglielo, scrivimelo;
• trisdrucciole, quando l'accento cade sulla quintultima sillaba: ordinaglielo.

In italiano la maggior parte delle parole sono piane. Numerose sono anche le sdrucciole e le tronche. Rare le bisdrucciole e le trisdrucciole.

L'uso dell'accento
In italiano esistono alcune parole che si distinguono solo per la presenza o l'assenza dell'accento grafico, in questo caso obbligatorio:

ché (congiunzione = perché) che (pronome e congiunzione)
dà (verbo) da (preposizione)
dì (nome - giorno) di (preposizione)
è (verbo) e (congiunzione)
là (avverbio) la (articolo e pronome)
lì (avverbio) li (pronome)
né (congiunzione) ne (pronome e avverbio)
sé (pronome) se (congiunzione)
sì (avverbio) si (pronome)
tè (nome) te (pronome)


Vi sono altre parole dette omografe ma non omofone, cioè che si scrivono identiche ma occorre distinguere all'orale …mettendo l'accento sulla sillaba corretta!

NB. Gli accenti grafici marcati in questa lista di esempi sono facoltativi, cioè non occorre scriverli in quanto il contesto consente di determinare la loro posizione e quindi il significato corretto della parola.
lèggere leggère
àmbito ambìto
àncora ancòra
circùito circuìto
fòrmica formìca
sùbito subìto
àltero altèro
nòcciolo nocciòlo
àgito agìto agitò
ìntimo intìmo intimò
càpitano capitàno capitanò
càpito capìto capitò

Lezione 4: "Incredibile!" un testo espressivo

Incredibile!

Robi: Finalmente a casa dopo un mese a New York! Allora, sorellina, cos'è successo nella nostra piccola città?
Giovi: Vediamo... ah! Marianna si sposa.
Robi: Davvero?! Credevo che non si sarebbe sposata mai. Poi?
Giovi: Eeeeh... Riccardo ha comprato una Ferrari!
Robi: Sì! Questa poi! Ma chi si crede di essere? Ma dove cavolo l i trova i soldi? Altro?
Giovi: Sì... Marco e Raffaella si sono lasciati!
Robi: Incredibile! Ma chi l'avrebbe mai detto?
Giovi: E non solo: lei si è messa con Alberto.
Robi: Non ci credo! Ma guarda quante notizie.
Giovi: Cos'altro? Boh! Ah! zia Maria ha vinto al totocalcio!
Robi: Ma va! Domani le farò visita!
Giovi: Ah, un'ultima cosa: il tuo ex si è fidanzato!
Robi: Non me lo dire! Vabbe', tanto ormai non me ne frega più niente! E che non si sogni di invitarmi al suo
matrimonio...se mai si sposerà!
Giovi: Vedi quante novità nella nostra piccola città?
Robi: Ma quale piccola? Qua è peggio di New York!!!