martedì 20 ottobre 2009

Italo Calvino Tutto in un punto, in Cosmicomiche, Torino, Einaudi, 1965

Si capisce che si stava tutti lì, -fece il vecchio Qfwfq,- e dove, altrimenti? Che ci potesse essere lo
spazio, nessuno ancora lo sapeva. E il tempo, idem: cosa volete che ce ne facessimo, del tempo,
stando lì pigiati come acciughe?
Ho detto “pigiati come acciughe” tanto per usare una immagine letteraria: in realtà non c’era
spazio nemmeno per pigiarci. Ogni punto d’ognuno di noi coincideva con ogni punto di ognuno
degli altri in un punto unico che era quello in cui stavamo tutti. Insomma, non ci davamo
nemmeno fastidio, se non sotto l’aspetto del carattere, perché quando non c’è spazio, aver
sempre tra i piedi un antipatico come il signor Pbert Pberd è la cosa più seccante.
Quanti eravamo? Eh, non ho mai potuto rendermene conto nemmeno approssimativamente.
Per contarsi, ci si deve staccare almeno un pochino uno dall’altro, invece occupavamo tutti
quello stesso punto. Al contrario di quel che può sembrare, non era una situazione che favorisse
la socievolezza; so che per esempio in altre epoche tra vicini ci si frequenta; lì invece, per il fatto
che vicini si era tutti, non ci si diceva neppure buongiorno o buonasera.

[…] Il gran segreto della signora Ph(i)Nko è che non ha mai provocato gelosie tra noi. E
neppure pettegolezzi. […]

Si stava così bene tutti insieme, così bene, che qualcosa di straordinario doveva pur accadere.
Bastò che a un certo momento lei dicesse: -Ragazzi, avessi un po’ di spazio, come mi piacerebbe
farvi le tagliatelle!- E in quel momento tutti pensammo allo spazio che avrebbero occupato le
tonde braccia di lei muovendosi avanti e indietro con il mattarello sulla sfoglia di pasta, il petto
di lei calando sul gran mucchio di farina e uova che ingombrava il largo tagliere mentre le sue
braccia impastavano impastavano, bianche e unte d’olio fin sopra al gomito; pensammo allo
spazio che avrebbero occupato la farina, e il grano per fare la farina, e i campi per coltivare il
grano, e le montagne da cui scendeva l’acqua per irrigare i campi, e i pascoli per le mandrie di
vitelli che avrebbero dato la carne per il sugo; allo spazio che ci sarebbe voluto perché il Sole
arrivasse con i suoi raggi a maturare il grano; allo spazio perché dalle nubi di gas stellari il Sole si
condensasse e bruciasse; alle quantità di stelle e galassie e ammassi galattici in fuga nello spazio
che ci sarebbero volute per tener sospesa ogni galassia ogni nebula ogni sole ogni pianeta, e nello
stesso tempo del pensarlo questo spazio inarrestabilmente si formava, nello stesso tempo in cui la
signora Ph(i)Nko pronunciava quelle parole: -...le tagliatelle, ve’, ragazzi!- il punto che conteneva
lei e noi tutti s’espandeva in una raggiera di distanze d’anni-luce e secoli-luce e miliardi di millenniluce,
e noi sbattuti ai quattro angoli dell’universo (il signor Pbert Pberd fino a Pavia), e lei dissolta
in non so quale specie d’energia luce calore, lei signora Ph(i)Nko, quella che in mezzo al chiuso
nostro mondo meschino era stata capace d’uno slancio generoso, il primo, “Ragazzi, che tagliatelle
vi farei mangiare!”, un vero slancio d’amore generale, dando inizio nello stesso momento al
concetto di spazio, e allo spazio propriamente detto, e al tempo, e alla gravitazione universale, e
all’universo gravitante, rendendo possibili miliardi di miliardi di soli, e di pianeti, e di campi di
grano, e di signore Ph(i)Nko sparse per i continenti dei pianeti che impastano con le braccia unte
e generose infarinate, e lei da quel momento perduta, e noi a rimpiangerla.



Pigiare schiacciare, premere
sotto l’aspetto per quanto riguarda, dal punto di vista di
avere tra i piedi (tra le scatole) qualcuno essere infastidito da qualcuno
seccante fastidioso, scocciante
nemmeno neppure, neanche
così bene proprio bene, veramente bene, tanto bene
pur(e) anche; in questo caso: proprio, certamente, senza dubbio
mattarello strumento da cucina cilindrico, usato per stendere la pasta
mucchio tanto, molto, "un sacco", "un mare", "una marea", "una montagna"
ingombrare creare un ingombro, occupare lo spazio
tagliere strumento da cucina piano, usato per tagliare
impastare mischiare la pasta
sugo il condimento per la pastasciutta, il succo di un piatto cucinato
sbattere colpire, urtare; lanciare lontano
unto grasso, sporco di oli
rimpiangere sentire la mancanza, piangere la mancanza di qualcuno/qualcosa



Domande

Cosmicomiche è una raccolta di racconti pubblicata nel 1965 da Italo Calvino, uno degli scrittori italiani più conosciuti del XX secolo. Ogni racconto prende spunto da una scoperta scientifica, un pretesto per la fantasia dello scrittore che la dichiara prima della narrazione.


  1. Secondo te, cosa significa il titolo della raccolta?

  2. Abbiamo letto un estratto del racconto Tutto in un punto, secondo te Calvino ha preso spunto da quale scoperta scientifica? Cerca nel testo e sottolinea i termini e le frasi che esplicitano il legame tra il racconto e il mondo scientifico.

  3. Il punto unico è il «luogo» dove è ambientato il racconto. Alla fine, Qfwfq parla dell'universo. Eppure, è chiaro che Calvino descrive l'Italia e gli italiani. Cerca nel testo i termini che fanno riferimento all'Italia e argomenta la tua scelta.

lunedì 19 ottobre 2009

Esclamazioni ed interiezioni

Esclamazioni ed interiezioni

allarme
aiuto! attento! occhio!

ammirazione
Che bello! caspita (caspiterina)! Urca! Ooh! Che meraviglia!

consenso

bravo -a / -i -e! vero! esatto! è così! già! evviva! wauh! meno male!

disappunto
accidenti! dannazione! porcamiseria! e che c....(cavolo)! robadamatti! via! pazzesco! ma per
carità!

disgusto
aaargh! che schifo! puah!

dolore
aaah! ahimè! ahio! argh! ohi! ommammamia!

dubbio
bah! boh! eeh? chissà! mah! mmm! sarà!

egoismo
chissenefrega! chisseneimporta!

esortazione
animo! eddai! coraggio! evvai!

euforia
eureka! olè!

insofferenza
alt! auff! basta! stop! uffa! Ne ho le p...(scatole, tasche) piene! Che p....

sacralità
amen! santocielo! diobbono! lamadonna! oddio! ossignore!

sorpresa
Sul serio? Davvero? Ma allora... oh!

verzurismo
cavoli! capperi! corbezzoli! piantala! sorbole!



Espressioni colorate … individuare il significato delle espressioni seguenti

1. Mangiare in bianco = mangiare leggero, mangiare pesante, mangiare vegetariano
2. Conto bancario in rosso = conto in attivo, conto in passivo, conto a zero
3. Essere d’umore nero = di buon umore, di cattivo umore, un po’ preoccupato
4. Leggere un libro giallo = una storia cinese, una storia politica, una storia poliziesca
5. Cronaca rosa = notizie scandalistiche, notizie sportive, notizie sull’Europa
6. Cronaca nera = notizie politiche, notizie di criminalità, notizie sull’Africa
7. Film a luce rossa = film western, film comico, film porno
8. Auto blu = auto con funzione di taxi, auto per alti funzionari di Stato, macchina della polizia
9. Diventare rosso = scandalizzarsi, offendersi, vergognarsi
10 Giornata grigia = giornata buona, giornata cattiva, giornata così così

Zitti! A tavola non si parla!
1. Essere "come il cacio sui maccheroni" significa arrivare
al momento giusto, al momento sbagliato, senza motivo
2. Un "conto salato" significa un prezzo
economico, costoso, ragionevole/ giusto
3. Una "storia piccante" è una storia
fastidiosa, stranissima, sexy
4. Diciamo "salame" a una persona
molto buona, ingenua, buffa/ comica
5. Diciamo "che pizza" per dire
“che noia!” “che eccitante!” “che rabbia!”
6. "Fare una frittata" significa fare
una cosa buona, confusione, un disastro irreparabile
7. Una persona come il prezzemolo
sta dappertutto, è completamente inutile, dà senso alle cose

sabato 10 ottobre 2009

Compito per il 2 novembre

stragista che fa riferimento o si realizza attraverso le stragi

Cosa Nostra la mafia («cosa nostra» significa «affari nostri», dei quali lo stato non deve interessarsi)

si sono fatti sotto l'intervistato utilizza questa espressione, che significa «sono venuti all'attacco», cioè «sotto le nostre armi», per non utilizzarne un'altra, metaforica e leggermente volgare («se la sono fatta sotto», cioè «si sono spaventati e hanno defecato»)


Per maggiori informazioni

Paolo Borsellino http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino

Giovanni Falcone http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone

Stragi avvenute in Italia http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_stragi_avvenute_in_Italia



Domande

  1. Il video è estratto da un'intervista più lunga. Lo si nota, per esempio, per l'assenza della prima domanda della giornalista. Prova a immaginarla e a scriverla.

  2. Alla prima domanda della giornalista, Piero Grasso non risponde direttamente. Cosa significa la sua risposta? Ci sono stati «contatti» effettivi tra lo Stato e la Mafia? Quale era il loro scopo?

  3. Cosa significa, nella seconda domanda della giornalista, «riscaldare la trattativa»?

  4. Cosa sai della mafia? Come la giudichi? Scrivilo in 500 caratteri.





Compiti per il 2 Novembre

Come ho ripetuto più volte alla lezione del 19 ottobre, i compiti da consegnare (o da svolgere qui sul blog, se preferite) per la prossima lezione sono:

  1. Ovviamente, rispondere alle domande qui sopra

  2. Rispondere alle domande su Tutto in un punto di Calvino http://italansad.blogspot.com/2009/10/italo-calvino-tutto-in-un-punto-in.html

  3. Rispondere alle domande sull'articolo «Il manager «sequestrato» alla Alstom: «Chiuso in azienda, ma non prigioniero»» http://italansad.blogspot.com/2009/10/lezione-2-i-manager-sequestrati.html

  4. rileggere le esclamazioni e interiezioni, immaginando un contesto http://italansad.blogspot.com/2009/10/esclamazioni-ed-interiezioni.html



Buon lavoro e buone vacanze,

ciao

lezione 3 - Poveri milanesi!

Lezione 2 - esercizi

Dal passato prossimo all'imperfetto

1 Io ho corso due miglia. Settimana scorsa, ogni giorno ...................... due miglia. 2 Ogni settimana Giovanni e Lucia hanno mangiato al ristorante. Tutte le settimane dell'anno passato, Giovanni e Lucia ...................... al ristorante. 3 Hai visto molti quadri al museo. Di solito, quando eri in vacanza, ...................... molti quadri al museo. 4 Carla si è vestita elegantemente. Di solito Carla ...................... elegantemente. 5 Hanno giocato a pallone con gli amici. Quando eran ragazzi ogni martedì ...................... al pallone. 6 Gli sono piaciuti i tortellini. Quando era piccolo .......................... i tortellini. 7 Questa sera abbiamo fatto molti compiti. Da studenti ...................... molti compiti. 8 Ti sei lavata con l'acqua fredda. In gioventù ogni sera ti ...................... con l'acqua fredda. 9 Voi vi siete fatti la doccia. Quando funzionava, ogni mattina voi ...................... la doccia.


Mettere all'imperfetto

1 Io (condurre) .......................... una vita tranquilla. Noi .......................... insieme un'azienda. 2 Lui (comporre) .......................... delle canzoni. Loro .......................... delle poesie. 3 Loro (esporre)..........................delle idee. Lei/Lui .......................... il loro progetto. 4 Noi (dire) ..........................cose interessanti. Io .......................... sciocchezze. 5 Tu (fare) ..........................un buon lavoro. Voi .......................... troppo rumore. 6 Voi (proporre) ..........................una soluzione. Tu .......................... una soluzione. 7 Noi (essere) .......................... molto arrabbiati. Io .......................... molto sciropposo con quella ragazza. 8 Io (tradurre) .......................... lettere dal tedesco. Noi .......................... dal francese. 9 Quel giorno lui (compiere) ..........................vent'anni. Quel giorno i ladri .......................... un furto. 10 Lui (imporre) ..........................a tutti quelle idee. Loro .......................... a tutti quelle idee.

Lezione 2 - imperfetto

L'imperfetto

Questa forma verbale si coniuga aggiungendo alla radice del verbo le desinenze previste dalla grammatica italiana.

Le radici sono uguali a quelle del presente, mentre le desinenze se ne distinguono per la presenza di v insieme alla vocale tematica che caratterizza ciascuna delle tre coniugazioni : (-av-, -ev-, -iv-) :




1a persona
io

2a persona

tu

2a persona
egli, ella

1a persona

noi

2a persona

voi

3a persona

essi, esse

1a coniugazione parlare

parlavo

parlavi

parlava

parlavamo

parlavate

parlavano

2a coniugazione
ricevere

ricevevo

ricevevi

riceveva

ricevevamo

ricevevate

ricevevano

3a coniugazione
dormire

dormivo

dormivi

dormiva

dormivamo

dormivate

dormivano



Si notino, tra l'altro, alcune particolarità:

  • La coniugazione di questo tempo è quasi sempre regolare.

  • Alcuni verbi prendono la forma latina della radice: fare – facevo; dire – dicevo; bere – bevevo; produrre – producevo; porre – ponevo; proporre – proponevo; trarre – traevo

  • Il verbo essere segue un meccanismo particolare : ero, eri, era, eravamo, eravate, erano

Lezione 2 - Participio passato = Passato prossimo

Per la formazione del participio passato, le desinenze del modo infinito vengono sostituite da quelle del participio passato (-ato -uto -ito)

coniugazione

1a -are
es. cantare

2a -ere
es. contenere

3a -ire
es. agire

participio passato

-ato (cantato)

-uto (contenuto)

-ito (agito)


Eccezioni e particolarità :

  • I verbi della prima coniugazione (-are) sono quasi sempre regolari (eccezione: il verbo fare, fatto, che in origine apparteneva alla seconda).

  • I verbi della seconda coniugazione (-ere) sono in genere irregolari:

    bere, bevuto; chiedere, chiesto; chiudere, chiuso; correggere, corretto;

    correre, corso; cuocere, cotto; decidere, deciso; dividere, diviso;

    essere, stato; leggere, letto; mettere, messo; nascere, nato;

    perdere, perso; piangere, pianto; prendere, preso; proporre, proposto;

    rimanere, rimasto; rispondere, risposto; rompere, rotto; scegliere, scelto;

    scrivere, scritto; scuotere, scosso; spingere, spinto; succedere, successo;

    tradurre, tradotto; vedere, visto/veduto; vincere, vinto; vivere, vissuto.

  • I verbi della terza coniugazione (-ire) hanno poche forme irregolari

    apparire, apparso; aprire, aperto; dire, detto; morire, morto;

    offrire, offerto; venire, venuto

Lezione 2 - Consecutio temporum

La concordanza dei tempi è l'insieme di regole che stabiliscono l'uso dei tempi e dei modi verbali della frase principale (o reggente) e della frase subordinata (o secondaria). Rispettando la consecutio temporum, si definiscono i rapporti di contemporaneità, anteriorità, posteriorità tra gli eventi enunciati.

NB : La concordanza dei tempi descrive solamente il rapporto temporale tra frase principale e subordinata : il rapporto temporale tra le diverse frasi principali, più che sintattica e grammaticale, è una questione di correttezza stilistica!

Concordanza dei tempi dell'indicativo

L'insieme delle norme che regolano i rapporti logici tra le varie forme dell'indicativo è, tra l'altro, fondamentale per la formazione del discorso indiretto.

Nonostante la rigidità della concordanza dei tempi, è possibile una vasta gamma di variazioni, dovuta alle diverse funzioni che possono assumere i vari tempi e modi a seconda del contesto. Ci sono inoltre variazioni dovute al registro linguistico, che può essere più o meno sorvegliato.

Frase principale al presente

Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa sa (presente)

che andai a Roma (passato remoto)

anteriorità

che ieri sono andato a Roma (passato prossimo)

anteriorità

che stavo andando/andavo a Roma (imperfetto)

anteriorità

che adesso vado a Roma (presente)

contemporaneità

che domani andrò a Roma (futuro semplice)

posteriorità

Questa tabella indica gli usi più frequenti, ma sono necessari alcuni approfondimenti e precisazioni:

  • Il rapporto di posteriorità può normalmente essere indicato con l'uso dell'indicativo presente (Luisa sa che dopodomani vado a Roma) al posto del futuro. L'uso del presente denota in questo caso una maggior certezza, un evento immediatamente posteriore oppure un registro semplice

  • Un discorso a parte merita il periodo con la frase principale al futuro. La contemporaneità e la posteriorità rispetto a questa frase vengono normalmente indicate nella secondaria dal futuro semplice (Luisa saprà domani se andrò domani o se partirò dopodamani); l'anteriorità temporale viene invece indicata di solito dal futuro anteriore (Luisa saprà dire domani se sarò andato a Roma).

Frase principale al passato

Se il verbo della frase principale è al passato (passato prossimo e remoto, imperfetto, trapassato) le forme verbali della subordinata si riferiscono al momento indicato dalla principale e vengono quindi adattate:

Frase principale

frase subordinata

rapporto temporale

Luisa ha saputo (pass. prossimo)

Luisa sapeva (imperfetto)

Luisa aveva saputo (trapassato prossimo)

Che ero andato a Roma (trapassato prossimo)

anteriorità

che andavo a Roma (imperfetto)

contemporaneità

che sarei andato a Roma (condizionale passato)

posteriorità

Vi sono ad ogni modo diverse particolarità:

  • Un processo attualmente in corso può in ogni caso essere indicato con l'uso del presente (Luisa sapeva che Roma è la capitale)

  • Il passato prossimo nella principale può essere interpretato tanto come forma del passato quanto come forma del presente, a seconda del contesto (Poco tempo fa, Luisa ha saputo spiegare perché vado a Roma / Parecchio tempo fa, Luisa ha saputo spiegare come mai andavo a Roma)

  • Se il registro linguistico è basso, soprattutto nel registro parlato, il futuro nel passato può essere indicato dall'imperfetto (Ieri, Luisa ha spiegato agli altri che partivo per Roma più tardi)

Lezione2 - Il bus-tonnara

Milano, vigili a caccia degli immigrati: il bus-galera imprigiona i clandestini
di Franco Vanni (tagli e modifiche di MM)

Al commissario questo lavoro piace: "Ragazzi, prendetemi anche quello nascosto nell’erba e mi avete fatto felice", ha detto ai suoi. Quello che era nascosto nell’erba è nordafricano, di 20 anni. Si era liberato dalla presa di un vigile ed imboscato dietro ad un cespuglio. Da lì, è poi corso chissà dove. Al termine di un’intera mattinata di controlli, è stato l’unico straniero scappato al nucleo Trasporto pubblico dei vigili, specializzata nel servizio "fermi e identificazioni", che nei giorni scorsi ha chiuso in speciali autobus con grate ai finestrini, e poi identificato, gli stranieri trovati senza documenti durante i controlli dei biglietti sui mezzi pubblici.
Ieri mattina, la prima uscita dall’avvio dei processi ai clandestini, è andata bene: 120 multe staccate e dieci stranieri portati in centrale. Si appostavano alla fermata, chiedevano i documenti agli stranieri che, se non li avevano, erano caricati sul "bus-galera". È lo stesso tipo di autobus usato per scortare allo stadio i gruppi ultrà. Gli agenti lo chiamano "Stranamore", "perché ricorda il camper su cui Alberto Castagna negli anni Novanta faceva piangere gli innamorati in tivù", ride un agente.
Ieri sera, a operazione conclusa, sulla strada del ritorno Stranamore era accompagnato da quattro auto dei vigili, che con sirene accese bruciavano i semafori per portare il carico alla centrale.

Quando alla fermata del tram 15 in via De Missaglia è scattata la "tonnara" — stando al gergo dei vigili — erano le sette e mezza. Il tram si è fermato, gli agenti hanno bloccato le uscite. Per primo è toccato a un ragazzo nordafricano. Ha mostrato fotocopie di documenti, gli hanno fatto cenno di salire sul bus blindato, lui ha eseguito senza fare troppe storie. Poi è stato il turno di uno slavo. Non ha aperto bocca, ha tolto le mani di tasca solo prima di sedersi dietro al primo fermato. I passeggeri del tram assistevano alla scena e commentavano. Una donna con caschetto di capelli bianchi ha chiesto agli agenti: "Ma perché fate così? Hanno fatto qualcosa?". La risposta: "Sono clandestini, signora".
Tre dei dieci fermati, risulterà a sera dopo le verifiche, non lo sono affatto. Per sette è invece scattata la denuncia per clandestinità, e uno solo è stato arrestato: aveva già in tasca il decreto di espulsione ma non si era mosso dall’Italia. Dentro al bus, che alle dieci del mattino stava per ripartire con gli uomini a bordo, qualcuno prendeva a pugni il vetro. Altri nascondevano il volto fra le ginocchia. Si è fermata un’altra signora, borsetta stretta al petto: "Fate bene — ha detto agli agenti — questi qua in galera devono stare". Una donna ha chiesto ingenuamente ai vigili dove fosse diretto lo strano bus con le reti alle finestre. Ha fatto anche per salire, ma il vigile l'ha fermata: "Signora, aspetti il tram che è meglio".
(30 settembre 2009- La Repubblica Milano)

nascosto sottratto alla vista, non visibile
imboscato «nascosto in un bosco»
cespuglio pianta bassa e fitta
grate griglie
conclusa terminata, finita
tivù la televisione
il carico il materiale con il quale si riempie un veicolo da trasporto
scattare partire velocemente, di scatto
la "tonnara" imbarcazione usata nella caccia al tonno
stando a … secondo l'opinione di …
gergo lingua speciale di un gruppo sociale-professionale
toccare a … essere il turno di ...
far cenno a... compiere un gesto rapido ma visibile
eseguire compiere, fare, terminare
senza fare troppe storie senza commenti o lamentele
non aprir bocca non dire nulla
stare per... essere sul punto di...
fosse congiuntivo del verbo essere, 3a persona
fare per salire essere sul punto di salire

compito per il 19/10 - I manager sequestrati

IL RACCONTO sul «corriere»

Il manager «sequestrato» alla Alstom: «Chiuso in azienda, ma non prigioniero»

Riccardo Pierobon è stato ore con altri due dirigenti nel suo ufficio. «Non potevamo uscire, ma avevamo da fare»

E' andata così. «Due volte l’anno i rappresentanti sindacali delle nostre fabbriche Alstom di tutta Europa si riuniscono. Stavolta, sede dell'incontro era Frascati, e ieri mattina li abbiamo portati tutti a visitare la fabbrica di Colleferro. Arrivati lì, i sindacalisti di Colleferro ci hanno chiesto un incontro. Da due anni le cose non vanno bene, la produzione di treni è quasi ferma...».

Riccardo Pierobon ci ha raccontato le sue otto ore in fabbrica da «sequestrato». O quasi. Dice: «Io non sono un eroe. Nessuno di quei lavoratori ha fatto nulla per intimorirci». Eravamo rimasti all'incontro. «Nella stanza della direzione aziendale noi eravamo in tre: io, che sono il direttore della Comunicazione, Francesca Cortella, responsabile per le Risorse umane in Italia e Bruno Juillemet, vicepresidente Alstom (70 sedi, 80 mila dipendenti). Dall'altra parte, c'erano i rappresentanti sindacali aziendali». Chi parlava? «Juillemet, in francese, e Cortella traduceva». Cosa ha tradotto? «Che il carico di lavoro della sede di Colleferro è in esaurimento e che tra nove mesi si sarebbe esaurito». Vale a dire? «Se non arrivano nuove commesse, dobbiamo chiudere». Cosa è accaduto? «Così cruda non l’avevamo mai detta. I sindacalisti hanno informato gli operai presenti in fabbrica, una settantina. Era mezzogiorno, sono arrivati tutti davanti all’unica porta della stanza». L’unica uscita? «Già».

Quindi, prigionieri? «Noi avevamo tante cose da fare, di cui parlare: abbiamo improvvisato una riunione». Ma se aveste provato ad uscire? «Il clima era disteso. Volevano un piano, ci hanno chiesto la conservazione dei posti di lavoro a Colleferro. Ogni tanto qualcuno di noi apriva la porta per fumare una sigaretta e se la fumava lì, fra gli operai». Avete mangiato? «C’erano dei panini già preparati, in quella stanza. E da lì si accedeva anche a un bagno». Fino a questo punto, il mondo esterno era all’oscuro... «Ma dalla fabbrica, intorno alle 16, qualcuno ha avvertito le agenzie di stampa. Dal loro punto di vista è stato un gesto intelligente, direi». Le agenzie hanno scritto "Sequestrati tre dirigenti". «Si è scatenato un putiferio. E poi hanno preso a chiamarci da tutto il mondo, a mandarci sms. Juillemet parlava con Parigi. Mio fratello mi ha chiamato da Malta, un mio caro amico da Londra: "Come va? Siamo con voi! State bene?". Poi sono cominciate le visite. Polizia. Carabinieri. Hanno constatato che non c’era violenza. E’ arrivato il sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti. È arrivata l’assessore regionale al Lavoro, Alessandra Tibaldi. Adesso davvero non potevamo più uscire: prendeva avvio una trattativa». Vi siete sentiti al centro dell’attenzione... «Guardavamo i siti dei giornali e stavamo tra il lodo Alfano e la tragedia di Messina, fra la foto di George Clooney e quella di Silvio Berlusconi».

Alle venti, poco prima dei telegiornali, siete usciti, tutti e tre assieme, in macchina. «I colloqui avevano raggiunto un primo obiettivo, fissato date per riesaminare la situazione. Ci siamo affacciati sulla porta, c’erano ancora 50 operai: ci hanno fatto passare». Ieri gli operai hanno scioperato e sono andati a Frascati a manifestare davanti all’albergo che ospitava i sindacalisti Alstom d’Europa. Il 16 ottobre ci sarà un incontro al ministero delle Attività produttive. I lavoratori Alstom hanno verificato che oggi le vertenze si conducono producendo anche notizie ad effetto.

Andrea Garibaldi (tagli e modifiche di MM) (08 ottobre 2009 – il Corriere della Sera – Roma)

Sequestrare prendere in ostaggio

avere da fare essere impegnato

andata così … la vicenda si è svolta in questo modo

stavolta forma colloquiale di «questa volta»

sede luogo principale

intimorire far paura

essere in esaurimento essere sul punto di terminare

vale a dire cioè, quindi

accadere avvenire, succedere, capitare

crudo duro, difficile da accettare

già! Interiezione: «Proprio così», «Esattamente», «Vero»

prendere avvio iniziare, cominciare

affacciarsi sporgere il viso da una finestra, da una porta, per vedere meglio



DOMANDE – per rispondere hai due possibilità

  1. cliccare sul titolo dell'articolo e postare un commento. In questo caso devi iscriverti a blogspot.com e diventare membro di italansad.blogspot.com

  2. scrivere le risposte su di un foglio che mi consegnerai alla lezione del 19 ottobre



  1. Di quale nazionalità sono i tre manager? Argomenta.

  2. I manager erano prigionieri degli operai? Si sentivano tali, cioè dei «sequestrati»?

  3. Cosa hanno fatto i manager quando erano rinchiusi nei loro uffici?

  4. Perché gli operai hanno bloccato i manager negli uffici? Chi ha organizzato questo tipo di manifestazione?

  5. Il «sequestro» non è stato affatto violento. Dall'articolo si deduce che nell'azienda c'è spirito di collaborazione tra le parti, manager e lavoratori. Di chi è la colpa se l'azienda fallisce: degli operai, dei manager, di qualcun altro? Argomenta con una risposta di 500 caratteri circa.

Se vuoi informati su eventi simili avvenuti in Francia nella scorsa primavera, clicca qui

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/01/parigi-dimostranti-contro-pinault-il-re-del.html

http://www.corriere.it/economia/09_marzo_31/caterpillar_sequestrati_dirigenti_b0caf65a-1ddb-11de-84d3-00144f02aabc.shtml

Programma del primo semestre

Otto studenti, per ora. Me ne han promessi altri, benché un piccolo gruppo non mi dispiaccia. E fatto di gentili e capaci come questo, fatta quasi interamente da ragazze alla seconda settimana in università, innamorate di figli di siculi o calabri, affascinate dalla vocalità dell'italiano.
Mi faranno sicuramente scoprire un nuovo fascino per la mia lingua, un nuovo attaccamento alla terra natale.

Ecco il programma - parzialmente sviluppato - del primo semestre.

Lezione 2 – 12/10 – la narrazione: teoria/grammatica/vocabolario

  • contenuti (sillabo) e programma del corso; definire provvisoriamente con gli studenti le date delle verifiche

  • correzione compiti

  • grammatica: passato prossimo e imperfetto: grammatica ed esercizi

  • grammatica: consecutio temporum

  • vocabolario: lessico legato alla narrazione

  • lettura e analisi di un testo giornalistico narrativo

  • studenti raccontano un evento personale

  • assegnazione compiti (passato, imperfetto; lettura e analisi di un articolo giornalistico narrativo)

Lezione 3 – 19/10 – la narrazione: muoversi tra gli eventi

    • correzione compiti di grammatica e discussione sull'articolo

    • riflessione su dialogo della lezione precedente: «ci» locativo e «ci» pronome

    • vocabolario: esclamazioni e interiezioni

    • lettura di un passo narrativo di un autore contemporaneo (prosa e poesia)

    • ascolto e verifica comprensione di notizie di TGR di diverse regioni

    • assegnazione compiti (visione e resoconto d'un TGR; diario di un viaggio reale o immaginario, passato prossimo e imperfetto)

Lezione 4 – 2/11 – lo spazio: teoria/grammatica/vocabolario

  • correzione compiti grammatica, discussione sul TGR

  • grammatica: ripasso presente, soprattutto le forme irregolari e la posizione degli accenti

  • vocabolario: avverbi, verbi, sostantivi legati alla spazialità, al movimento, all'orientamento

  • grammatica: dare «del Lei»: forme

  • osservazione e descrizione della cartina di Roma e Milano

  • esercizio: richiesta di informazioni

  • assegnazione compiti (esercizi sul Lei; fornire il contesto da cui dedurre quale forma usare (Lei o tu) per chiedere informazioni sulla città)

Lezione 5 – 9/11 – lo spazio: muoversi tra gli oggetti – Lezione in cui ci si dà «del Lei» (immaginarmi donna)

  • correzione esercizi

  • grammatica: ripasso futuro, soprattutto accenti e loro grafica

  • vocabolario: ripasso lezione precedente e lessico legato ai trasporti (auto, moto, bici, treno, pubblici)

  • esercizio: con cartina sotto gli occhi, raccontare a compagni il percorso di «domani», confrontato a quello di «oggi»: utilizzo futuro, presente, passato prossimo, Lei, lessico spazialità e trasporti

  • assegnazione compiti (studio della consecutio temporum al congiuntivo; esercizi sul futuro; lettura e analisi di un testo narrativo-giornalistico contenente diverse indicazioni spaziali)

Lezione 6 – 16/11 – l'argomentazione: il congiuntivo presente; teoria/grammatica/vocabolario

Lezione 7 – 23/11 – l'argomentazione: muoversi tra le opinioni

Lezione 8 – 31/11 – i registri formali: le locuzioni fisse; quando, come, in che modo si dà «del Lei»?

Lezione 9 – 7/12 – i registri formali: il condizionale e l'imperativo; come proporre o rifiutare gentilmente; le ricette

Lezione 10 – 14/12 – i verbi modali: applicazioni con passato prossimo-imperfetto, congiuntivo, condizionale; consigli per gli esami

  • lettera ± formale; narrazione di un evento; descrizione di un luogo

  • utilizzo dei contenuti del corso: passato prossimo, imperfetto, condizionale, congiuntivo presente, imperativo; il «Lei»; i verbi modali;

Lezione 11 – 4/1/2010 – correzione elaborati preparati durante le vacanze

Lezione 12 – 11/1 (?) - esame orale

Benvenuti!

Ciao,
questo blog è per i miei studenti d'italiano all'università di Grenoble, ma se qualcun'altro vorrebbe servirsene: che lo faccia liberamente!
Vi metterò regole, esercizi, video, estratti di film e canzoni, testi letterari, tutto quanto possa essere utile all'apprendimento della mia lingua.

La mia bici e il Frejus, tra Francia e Italia ...